Un evento nefasto ha permesso agli scienziati di capire i motivi | Le onde anomale si formano così: ormai è certo

Onde anomale, come funzionano davvero (Freepik Foto) - www.marinecue.it
Ci sono eventi in natura che, pur verificandosi raramente, hanno la capacità di modificare il nostro modo di osservare il mondo.
Alcuni di essi non lasciano soltanto segni materiali, ma aprono nuove strade alla comprensione di fenomeni complessi che prima venivano relegati a leggende o semplici racconti di testimoni.
A volte, queste manifestazioni si presentano in luoghi estremi, dove le condizioni ambientali sono già al limite, e riescono a sorprendere anche chi quegli scenari li conosce bene. La scienza, in questi casi, non si limita a registrare: cerca di capire, analizzare e soprattutto prevenire i rischi futuri.
La ricostruzione di simili episodi è spesso frutto di una combinazione di fortuna, tecnologia e capacità analitica. Un dettaglio registrato nel momento giusto può trasformarsi in un tassello fondamentale per decifrare processi che, altrimenti, rimarrebbero oscuri.
Questa transizione, dal racconto alla prova documentata, è uno spartiacque: segna il passaggio da un sapere basato sulla tradizione orale a una conoscenza scientifica supportata da dati oggettivi, interpretabili e verificabili.
Un rilevamento che ha cambiato tutto
Un episodio eccezionale nel Mare del Nord ha fornito agli scienziati la prima prova strumentale di un’onda anomala. Nel 1995, la piattaforma Draupner E registrò un’onda con un’altezza di 18,5 metri, molto superiore alle onde tipiche della zona (circa 12 metri) (fonte: AGI, 8 agosto 2025).
La misurazione, ottenuta tramite un laser, ha confermato che le onde anomale non sono leggende: possono formarsi spontaneamente dall’interazione di correnti e treni d’onda, raggiungendo picchi improvvisi e potenzialmente pericolosi.

Le chiavi di un enigma oceanico
Gli studi successivi hanno messo in luce che non si trattava di un’anomalia isolata, ma del risultato di meccanismi complessi e replicabili in determinate circostanze. Uno degli elementi chiave individuati è l’interazione tra treni d’onda provenienti da direzioni differenti, che può portare a una concentrazione improvvisa di energia in un singolo punto.
Altre ricerche hanno evidenziato il ruolo delle correnti contrarie, capaci di comprimere la lunghezza d’onda e amplificare l’altezza di picco. In aggiunta, l’effetto combinato di venti forti e morfologia del fondale può favorire ulteriormente la formazione di queste strutture temporanee ma estremamente potenti. Il caso Draupner ha inoltre evidenziato come la combinazione di venti forti, correnti locali e conformazione del fondale possa concentrare energia ondosa, generando picchi improvvisi. Questa comprensione è cruciale per prevedere eventi simili in altre aree marine. L’analisi continua delle onde anomale consente di affinare modelli matematici, migliorare la sicurezza delle piattaforme offshore e comprendere dinamiche oceaniche complesse, contribuendo a studi climatici e previsione di eventi estremi.