Scoperta archeologica che sa di rivoluzione | Negli abissi marini hanno trovato una città perduta: cambia tutto per l’umanità

Illustrazione di una scoperta archeologica (Canva FOTO) - marinecue,it

Illustrazione di una scoperta archeologica (Canva FOTO) - marinecue,it

Questa scoperta è molto interessante, e sembra una vera e propria città perduta nel tempo. Cosa succederà ora?

Nei laghi, nei fiumi e soprattutto nei mari si nascondono storie che il tempo ha deciso di custodire lontano dagli occhi. Le acque, silenziose e impenetrabili, hanno protetto per secoli relitti, utensili e persino interi insediamenti.

Ogni ritrovamento è una finestra aperta su un’epoca passata. Si può trattare di un’anfora adagiata sul fondale, di una nave mercantile affondata durante una tempesta, o di un ponte sommerso che un tempo collegava due sponde. 

L’archeologia subacquea, però, non è un’avventura semplice. La ricerca si scontra con correnti insidiose, scarsa visibilità e la necessità di tecnologie avanzate per il recupero e la conservazione. Ma proprio queste difficoltà rendono ogni scoperta ancora più preziosa.

Oggi, grazie a droni, sonar e sub esperti, gli archeologi riescono a mappare e documentare luoghi prima irraggiungibili. E ogni immersione porta con sé la possibilità di riscrivere un frammento di storia.

Una scoperta interessante

Certe scoperte arrivano quasi per caso, eppure lasciano un segno profondo. All’inizio degli anni Duemila, una spedizione canadese impegnata in ricerche subacquee al largo della costa occidentale di Cuba rilevò, grazie al sonar, una serie di forme geometriche sul fondale. Linee, angoli e simmetrie che non sembravano frutto del caos naturale. L’ipotesi di trovarsi davanti ai resti di una città perduta iniziò a farsi strada.

Il racconto di quei primi momenti è rimasto vivo perché mescolava sorpresa e incredulità. Gli strumenti indicavano strutture ordinate, mentre le correnti portavano con sé il silenzio di un luogo rimasto nascosto per millenni. Era difficile non pensare a ciò che poteva celarsi sotto la sabbia e il corallo, soprattutto quando iniziarono a circolare immagini e descrizioni più dettagliate.

Illustrazione di un abisso marino (Depositphotos foto) - www.maricecue.it
Illustrazione di un abisso marino (Depositphotos foto) – www.maricecue.it

Cosa e stato scoperto?

Come riportato da Ecografia Clinica, le riprese di un robot subacqueo mostrarono enormi blocchi di pietra, lisci e ben sagomati, disposti come se facessero parte di strade o piazze sommerse. Secondo alcune stime, quelle strutture avrebbero potuto avere oltre 6000 anni, anticipando di circa 1500 anni la costruzione delle piramidi egizie.

Un dato che, se confermato, costringerebbe a rivedere molte certezze sulla cronologia delle civiltà antiche. Non tutti, però, si lasciarono convincere. Manuel Iturralde, del Museo di Storia Naturale di Cuba, parlò di un fenomeno difficile da spiegare con la geologia convenzionale, ma non impossibile. Forse la natura, nel suo lento lavorio, aveva creato forme capaci di ingannare anche l’occhio più esperto.