In tutta Italia fioccano le ordinanze di DIVIETO di balneazione | Meglio non farsi il bagno quando c’è quest’alga pericolosissima

Il divieto di balneazione sembrerebbe essere diffuso in diverse spiagge italiane. Stiamo per dire cosa sta accadendo in queste ore. (jannoon028/Freepik) - marinecue.it
Il divieto di balneazione sembrerebbe essere diffuso in diverse spiagge italiane. Stiamo per dire cosa sta accadendo in queste ore.
I divieti spuntano come funghi. Un giorno puoi fare il bagno, il giorno dopo trovi il cartello. Le spiagge cambiano volto in poche ore. I turisti arrivano con l’asciugamano e se ne vanno con la faccia storta. Nessuno capisce subito il motivo. Il mare è lì, ma non si tocca.
Anche la pesca non è più sicura. Reti, lenze, granchi, molluschi: è tutto fermo. Le ordinanze bloccano ogni attività. Chi vive di mare deve cambiare rotta. I pescatori si lamentano, i ristoratori si arrangiano. Il divieto non guarda in faccia nessuno.
Le spiagge diventano zone di passaggio. Si arriva, si legge il cartello, si gira i tacchi. Alcuni restano, ma con cautela. L’aria è strana, il clima è teso. I bambini chiedono perché non si può entrare. Gli adulti non sanno cosa rispondere.
Il Comune interviene senza preavviso. Quando arriva il divieto, non c’è tempo per discutere. Le ordinanze vengono firmate, i cartelli affissi, le attività bloccate. Chi gestisce stabilimenti balneari deve adeguarsi. Cosa succede?
I motivi dietro ai divieti
I divieti non nascono dal nulla. C’è sempre qualcosa sotto. Un pericolo, una minaccia, un’anomalia. Le autorità intervengono quando i dati parlano chiaro. Non parliamo solo di prudenza, ma di necessità. Se il mare diventa un rischio, si chiude.
Nuotare dove c’è un divieto non è solo una bravata: è un rischio serio. Le acque possono contenere batteri, sostanze tossiche o essere soggette a forti correnti. Se ti tuffi, potresti avere problemi respiratori. La Guardia Costiera e i vigili urbani controllano le zone segnalate. Se ti beccano paghi, secondo laleggepertutti.it.

Cosa succede
Le analisi dell’Arpam hanno rilevato una concentrazione altissima di Ostreopsis Ovata, una microalga tossica. Al Passetto di Ancona si sono superate le 68 mila cellule per litro, a Pietralacroce oltre 216 mila. Il limite è 100 mila. Il Comune di Ancona ha emesso un’ordinanza: vietata la balneazione, vietata la pesca, vietata la raccolta di molluschi. La notizia arriva da ilrestodelcarlino.it.
L’alga rilascia tossine che si diffondono nell’aria con l’aerosol marino. Chi respira può avere irritazioni, nausea, tosse. I sintomi durano 24–36 ore. Il rischio è maggiore per bambini, anziani e chi ha problemi respiratori. Il Comune ha affisso cartelli e attivato il monitoraggio. Il divieto resta finché i valori non scendono. Una volta scesi, si potrà tornare a godersi il mare in sicurezza.