Scienziati senza parole dopo aver trovato la vita dove non dovrebbe esserci | A 10.000 metri di profondità dove è buio pesto

Illustrazione delle profondità del mare (Canva FOTO) - marinecue.it
A volte, le creature più improbabili si trovano in luoghi irraggiungibili dall’uomo. E si parla di migliaia di metri di profondità!
A migliaia di metri sotto la superficie dell’oceano, dove la luce non arriva e la pressione è schiacciante, vive un mondo quasi alieno. Qui gli organismi hanno sviluppato adattamenti estremi per sopravvivere in condizioni proibitive, trasformando l’oscurità in un habitat ricco di sorprese.
Tra i protagonisti ci sono i pesci abissali, come l’anglerfish, famoso per l’esca luminosa sulla testa usata per attirare le prede. Insieme a lui, creature gelatinose e trasparenti, spesso dotate di bioluminescenza, illuminano il buio con bagliori blu o verdi.
Non mancano invertebrati straordinari: calamari giganti, crostacei corazzati e vermi tubicoli che vivono vicino alle sorgenti idrotermali, sfruttando l’energia chimica anziché la luce solare. Un esempio lampante di come la vita possa prosperare in modi inaspettati.
Questi ambienti profondi restano tra i più misteriosi del pianeta. Ogni spedizione rivela specie mai viste prima, ricordando che, sotto chilometri di acqua e pressione, la Terra nasconde ancora gran parte della sua biodiversità.
Un ambiente estremo
A migliaia di metri sotto la superficie, in un buio così fitto da sembrare quasi solido, esiste un mondo che sfida ogni previsione. Nel Pacifico settentrionale, tra le fosse delle Curili-Kamčatka e le Aleutine occidentali, gli scienziati hanno individuato un ecosistema che non dovrebbe nemmeno esistere… eppure è lì. La pressione schiaccia, l’ossigeno è praticamente assente, ma la vita trova comunque il modo di fiorire.
Per raggiungerlo è servito il sommergibile cinese Fendouzhe, un gigante tecnologico progettato proprio per scendere dove quasi nulla può sopravvivere. La destinazione? Un’area battezzata “Adale”, in onore del dio degli Inferi. Il nome non è casuale: l’ambiente, descritto dai ricercatori, sembra un paesaggio alieno, silenzioso e avvolto in un’oscurità totale.

Cosa si nasconde lì?
Secondo quanto riportato da Avvenire, il fondale ospita fitte comunità di Macellicephaloides grandicirra, vermi tubicoli che si alzano come torri rosse nel buio, mentre lumache dal bagliore tenue si muovono sui loro corpi in una sorta di coreografia disordinata. Qui la vita non sfrutta la luce solare, ma un processo chiamato chemiosintesi: batteri capaci di trasformare gas come metano e idrogeno solforato in energia, producendo acqua o anidride carbonica.
Un’analogia con la fotosintesi, ma completamente “al buio”. La ricerca, pubblicata su Nature, ha confermato che si tratta della comunità biologica più profonda mai osservata. Le creature vivono attorno a sorgenti fredde che rilasciano gas, in un tratto di 2.400 chilometri di fondale quasi incontaminato.