Mediterraneo, torna il rischio Tsunami | C’è necessità di maggiore monitoraggio: ecco le boe che ci salveranno

Illustrazione di un pericolo tsunami (Canva FOTO) - marinecue.it
Gli tsunami sono un pericolo a livello mondiale, eppure c’è un nuovo metodo che permetterà di monitorare possibili onde anomale.
Gli tsunami sono onde marine di grande potenza che si generano solitamente in seguito a forti terremoti sottomarini, frane costiere o eruzioni vulcaniche.
A differenza delle onde comuni, si propagano su distanze immense e con velocità impressionanti, superando anche i 700 km/h in mare aperto. Quando si avvicinano alla costa, rallentano ma aumentano drasticamente in altezza, trasformandosi in veri muri d’acqua.
Le zone più a rischio si trovano lungo il cosiddetto “Anello di Fuoco” del Pacifico, ma anche il Mediterraneo non è immune. L’Italia, ad esempio, è considerata a rischio medio, soprattutto lungo le coste siciliane e calabresi.
La prevenzione è fondamentale: sistemi di allerta rapida, educazione della popolazione e piani di evacuazione possono salvare vite. Riconoscere i segnali, come un improvviso ritiro del mare, è il primo passo per mettersi in salvo.
Una sfida molto importante
Quando si pensa agli tsunami, vengono in mente i mari del Pacifico, le coste del Giappone o dell’Indonesia. Eppure anche il Mediterraneo, pur se più piccolo, ha la sua quota di rischio. Le sue profondità non sono meno insidiose, e la storia lo ricorda bene. Il punto è che questo mare, circondato da città, porti e isole densamente popolate, non può permettersi di restare indietro nella prevenzione.
Fino a poco tempo fa, però, mancava un sistema di allerta davvero rapido e affidabile in queste acque. Alcuni sensori c’erano, sì, ma nulla di paragonabile ai sistemi usati altrove. Ecco perché l’iniziativa di installare boe oceaniche dedicate al rilevamento degli tsunami in questa zona suona quasi come una svolta.

Un particolare sistema di monitoraggio
Come riportato da Villa San Giovanni News, è proprio in questo contesto che l’INGV – Centro Allerta Tsunami (CAT) ha annunciato l’installazione delle prime due boe d’altomare nel Mar Ionio, previste tra fine agosto e inizio settembre 2025. Realizzate dalla società spagnola MSM (Mediterranea Senales Maritimos), le boe saranno ancorate a profondità importanti, fino a 3000 metri di profondità.
E saranno connesse via modem acustico a sensori posizionati sul fondale, noti come Bottom Pressure Recorders (BPR), in grado di captare anche le minime variazioni di pressione dovute al passaggio di un’onda anomala. L’intero progetto rientra nell’ambito dell’iniziativa MEET, finanziata tramite fondi del PNRR, e rappresenta un tassello chiave nel potenziamento del sistema di allerta europeo.