Scoperta incredibile a 6 mila metri di profondità | Qui dove tutto sembra fermo hanno trovato una nuova specie di mollusco

Illustrazione delle profondità del mare (Canva FOTO) - marinecue.it
Questa specie è davvero incredibile, e mostra delle caratteristiche davvero uniche. Fa parte della della grande fauna abissale.
Negli abissi dell’oceano, a migliaia di metri sotto la superficie, vivono creature davvero strane. Là dove non arriva la luce, il buio è totale e la pressione è altissima, ma alcune specie ci stanno benissimo.
Ci sono pesci con denti enormi, occhi piccolissimi o addirittura senza vista. Alcuni hanno luci sul corpo, tipo lampadine naturali, per attirare le prede o comunicare. Un po’ come alieni del mare.
Tra i più famosi c’è il pesce abissale chiamato “diavolo nero” e il calamaro gigante, che può raggiungere anche i 10 metri. Ma esistono anche gamberi, meduse e altri esseri minuscoli ma resistentissimi.
Vivono in ambienti estremi, eppure si sono adattati perfettamente. Lì sotto, la vita è diversa, lenta, misteriosa… e ancora piena di segreti da scoprire.
Una specie da record
A volte il mare sa davvero stupire. Basta scendere un po’ più in profondità per scoprire forme di vita che sembrano uscite da un racconto di fantascienza. È il caso di un mollusco davvero particolare, trovato a circa 6.000 metri sotto la superficie dell’oceano, in un punto sperduto del Pacifico, a oltre 500 chilometri da Tokyo. Una creatura che non solo ha resistito alla pressione schiacciante degli abissi, ma ha anche stabilito un primato: nessuna patella era mai stata osservata così in basso.
Come riportato da Ticinonews, la nuova specie è stata chiamata Bathylepeta wadatsumi. Un nome che suona quasi mitologico, e infatti il riferimento è voluto: “Wadatsumi” è una divinità marina del folklore giapponese, ed è presente anche nel mondo di One Piece, proprio per sottolineare il fascino misterioso di questo minuscolo abitante delle profondità.

Vita estrema e segreti del fondale
Come riportato da Ticinonews, la scoperta non è arrivata per caso. Per una volta, il mollusco non è stato tirato su con le classiche reti da profondità, che spesso rovinano o confondono i contesti ambientali. Stavolta, è stato un sommergibile con equipaggio umano a scendere negli abissi e osservare Bathylepeta wadatsumi direttamente nel suo ambiente. Una cosa rara, che ha permesso agli scienziati di studiarlo davvero “in diretta”, senza interferenze.
Nonostante le sue dimensioni ridotte (la conchiglia arriva a poco più di 4 centimetri), il mollusco sembra avere un ruolo tutto suo nell’ecosistema profondo. Si nutre dei sedimenti che si accumulano sulle rocce vulcaniche, contribuendo in modo discreto ma prezioso alla decomposizione della materia organica.