Allarme in Italia per l’invasione di questo pesce alieno | Tutti gli esemplari segnalati sono enormi: un problema per le specie italiane

Illustrazione di alcuni pesci pericolosi (Canva FOTO) - marinecue.it
Purtroppo questa silenziosa invasione sta creando un po’ di problemi, soprattutto per la loro natura e per ciò che fanno.
Nel Mar Mediterraneo stanno arrivando sempre più specie aliene, cioè pesci e altri organismi che non sono originari di queste acque. Arrivano spesso dal Canale di Suez o da zone tropicali, attratti dal riscaldamento del mare. Queste nuove specie si adattano in fretta e, in molti casi, mettono in difficoltà quelle locali. Occupano lo stesso spazio, mangiano le stesse prede, e a volte non hanno nemici naturali che le tengano sotto controllo. Il risultato? Le specie autoctone rischiano di scomparire. Alcune di queste presenze sono anche pericolose. Il pesce palla maculato, per esempio, è tossico per l’uomo, mentre il pesce scorpione ha spine velenose. Altre ancora danneggiano gli habitat marini o rovinano gli attrezzi da pesca. Il fenomeno si chiama tropicalizzazione e sta cambiando del tutto l’equilibrio del Mediterraneo. Capire e monitorare queste invasioni è fondamentale per proteggere la biodiversità del mare e la sicurezza di chi lo vive ogni giorno.
Un ospite fuori scala
Negli ultimi anni, c’è un abitante silenzioso che ha preso possesso dei corsi d’acqua lombardi. Non è un pesce qualunque, ma il siluro, una specie aliena proveniente dall’Europa orientale e introdotta per scopi sportivi. Ora, però, il quadro è ben diverso: lo si trova praticamente ovunque, dai grandi fiumi come il Po e l’Oglio, fino ai laghi come l’Iseo.
Come riportato da Giornale di Brescia, questo pesce è un vero colosso: può superare i due metri e pesare ben oltre i 130 chili. Un predatore puro, senza rivali naturali nei nostri ambienti d’acqua dolce. Ma la sua vera forza sta nell’adattabilità: resiste anche in acque torbide, calde o poco ossigenate. Insomma, mentre altre specie fanno fatica, lui prospera.

Predatore instancabile, danni silenziosi
Come riportato da Giornale di Brescia, il punto è proprio questo: mangia di tutto. Pesci autoctoni, crostacei, rane, anatre… addirittura uccelli acquatici, se gli capitano a tiro. Nei periodi di riproduzione, tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, le specie locali che si avvicinano alla riva per deporre le uova, vengono puntualmente divorate. In certe zone, come il fiume Po, si è calcolato che la biomassa del siluro rappresenti addirittura il 27% del totale.
Per cercare di contenere il problema, la Regione Lombardia ha messo a disposizione tra i 500 e i 900 mila euro. Una cifra importante, che servirà a finanziare diversi interventi. Tra le tecniche adottate ci sono l’elettropesca, efficace nei tratti più piccoli dei fiumi, e la pesca subacquea mirata nei laghi.