Alghe, hanno fatto una scoperta rivoluzionaria | Da loro hanno creato una plastica per le case del futuro: saranno costruite su Marte

Scoperta scientifica sulle alghe (Canva foto) - www.marinecue.it
Una ricerca accende nuove speranze per l’autosufficienza nelle colonie spaziali, puntando su materiali rinnovabili e soluzioni naturali.
Nel campo dell’innovazione ambientale, la natura continua a sorprendere. Un semplice organismo verde, spesso considerato marginale, si sta rivelando protagonista di una nuova era tecnologica. L’interesse per le alghe sta crescendo a livello globale, non solo per il loro potenziale alimentare o per la produzione di energia, ma anche per le loro proprietà sorprendenti in ambito ingegneristico e ambientale. In questo scenario, il confine tra biologia e tecnologia si fa sempre più sottile.
Molte ricerche stanno cercando di replicare in laboratorio ecosistemi chiusi e sostenibili, capaci di funzionare autonomamente anche in condizioni estreme. Non è più fantascienza immaginare ambienti artificiali che imitano la natura per sopravvivere dove la vita sembrava impossibile. Il concetto di sostenibilità assume così nuove forme, in cui anche materiali biodegradabili e organismi viventi possono diventare strumenti di ingegneria avanzata.
La ricerca di soluzioni alternative ai materiali tradizionali si è intensificata negli ultimi anni, spinta dalla necessità di ridurre l’impatto ambientale e dall’urgenza di trovare nuove vie per l’esplorazione spaziale. L’obiettivo è costruire ambienti autosufficienti, riducendo al minimo la dipendenza da risorse esterne. A sorprendere è il modo in cui elementi apparentemente fragili, come alcune specie di alghe, possono diventare parte attiva in questi progetti ad alta tecnologia.
In questo contesto, si fanno strada nuovi materiali di origine biologica, studiati per resistere a condizioni estreme e potenzialmente capaci di rigenerarsi autonomamente. L’idea di usare organismi viventi per produrre strutture abitabili potrebbe cambiare radicalmente il concetto di costruzione, specialmente al di fuori del nostro pianeta. Ma dietro questa visione suggestiva, c’è ora una prima prova concreta che ha superato test scientifici impegnativi.
Una scoperta che cambia prospettiva
Un gruppo di scienziati dell’Università di Harvard ha avviato un esperimento che potrebbe rivoluzionare la costruzione di habitat nello spazio. Guidati dal ricercatore Robin Wordsworth, i ricercatori hanno coltivato una comune alga verde, la Dunaliella tertiolecta, all’interno di una camera pressurizzata in acido polilattico, una bioplastica biodegradabile derivata da fonti naturali. La simulazione ha replicato l’atmosfera marziana, con livelli estremamente bassi di pressione e alta concentrazione di CO₂.
Il successo del test ha mostrato come questa alga non solo possa sopravvivere, ma anche prosperare in un ambiente così ostile, mantenendo attiva la fotosintesi. La bioplastica utilizzata ha protetto l’organismo dalle radiazioni UV, lasciando passare la luce necessaria alla sua sopravvivenza. Come spiega HD Blog, questa combinazione tra materiale e vita vegetale apre la strada a un modello abitativo autosufficiente per lo spazio.

L’idea visionaria per abitare Marte
Secondo il team, gli astronauti potrebbero vivere all’interno di habitat stampati in 3D con questa bioplastica, e utilizzare le alghe stesse per produrne di nuova. Si tratterebbe di un ciclo produttivo chiuso: le alghe crescono grazie alla luce, generano nuova biomassa e permettono l’espansione o la manutenzione delle strutture. Un sistema autosufficiente che elimina il bisogno di trasportare materiali dalla Terra, riducendo costi e complessità logistiche.
Questo progetto, che si basa anche su studi precedenti sull’uso dell’aerogel di silice, potrebbe segnare un punto di svolta non solo per le missioni su Marte o sulla Luna, ma anche per le tecnologie ambientali terrestri. Il potenziale della bioplastica da alghe è vasto, e potrebbe contribuire a una nuova economia circolare, capace di coniugare efficienza, sostenibilità e autonomia in modi mai immaginati prima.