ALLERTA al Sud, non si mangerà più pesce | Quest’alga super tossica ha invaso tutto: completamente contaminato

Illustrazione di una persona mentre mangia pesce (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di una persona mentre mangia pesce (Canva FOTO) - marinecue.it

Purtroppo la situazione è abbastanza critica e bisogna fare attenzione. Quest’alga è pericolosa, e la sua invasione sta cambiando tutto.

Mangiare pesce fa bene, certo. Ma non sempre è tutto così semplice. Negli ultimi anni, tra metalli pesanti, microplastiche e contaminazioni varie, anche il pesce può nascondere insidie.

Il rischio più noto è quello legato al mercurio, soprattutto nei grandi predatori come tonno o pesce spada. Ma non è solo quello: ci sono anche batteri, parassiti e sostanze chimiche che arrivano dall’inquinamento marino.

Il problema è che spesso non si vede. Il pesce può sembrare fresco, buono, anche pregiato. Ma se proviene da zone compromesse o non viene trattato correttamente, può trasformarsi in un pericolo per la salute.

E allora? Serve consapevolezza. Saper scegliere, informarsi sull’origine, evitare gli eccessi. Perché il mare dà tanto, ma va rispettato. Anche a tavola.

Un mare…particolare

Certe immagini si fanno largo a fatica tra i pensieri: fondali deserti, pesci a pancia in su, l’acqua che da trasparente si fa marrone, densa, quasi inquieta. In South Australia, come riportato da AGI, sta accadendo qualcosa di profondo, difficile da afferrare in un colpo solo. Si tratta di una fioritura tossica, provocata dall’alga Karenia mikimotoi, che ha invaso le acque costiere già da marzo e continua ad avanzare, quasi in silenzio.

Secondo i dati ufficiali, oltre 13.800 animali marini sono morti, colpiti da questa marea tossica che, tra le altre cose, ha trasformato interi tratti di costa in scenari spettrali. Le autorità parlano di livelli di tossicità elevatissimi, con effetti devastanti anche su zone simboliche per l’eco-turismo, come il molo di Edithburgh. 

Illustrazione di alcuni pesci morti (Canva FOTO) - marinecue.it
Illustrazione di alcuni pesci morti (Canva FOTO) – marinecue.it

Un problema per tutti

Come riportato da AGI, il governo ha cominciato a muoversi, ma c’è chi dice che sia troppo poco e troppo tardi. Sono stati messi sul tavolo 14 milioni di dollari dallo Stato e altri 14 a livello federale, destinati a misure di contenimento e monitoraggio. Ma intanto, la pesca rallenta, il turismo affonda, e i dubbi si moltiplicano. Greenpeace e altri gruppi ambientalisti chiedono con insistenza che la crisi venga riconosciuta come disastro nazionale. Per ora, però, il governo centrale prende tempo.

Nel frattempo, ogni giorno, squadre di biologi, sensori sommersi e droni marini cercano di capire fin dove arriverà questa minaccia. La pesca sportiva è ferma, l’acquacoltura è in ginocchio e le comunità locali si ritrovano in apnea, in attesa di segnali. Le alghe tossiche, dicono alcuni esperti, non sono più eventi rari, ma segnali chiari del cambiamento climatico.