Hanno appena scoperto la salsa che deliziava i romani | Rivelato l’ingrediente segreto: un pesce piccolissimo tritato finemente

Illustrazione di una salsa (Canva FOTO) - marinecue.it
Questa incredibile salsa era molto amata dai romani, e diffusa e prodotta in tutto l’impero.. Ed ora abbiamo scoperto l’ingrediente segreto.
Ogni ricetta ha il suo equilibrio, ma a volte basta un dettaglio in più per farla diventare speciale. È lì che entra in gioco l’ingrediente segreto. Quello che non si scrive, che si aggiunge all’ultimo, quasi di nascosto.
Può essere una spezia, un’erba, un tocco di acido o una goccia dolce. Ma non è solo questione di gusto: è un gesto, un’intuizione, qualcosa che passa da una mano all’altra, spesso senza misura.
Molte volte è legato a un ricordo, a una nonna, a un viaggio lontano. E chi cucina lo sa: non basta seguire la ricetta, serve qualcosa che la renda propria. Quel dettaglio fa la differenza.
E allora sì, l’ingrediente segreto esiste. Non è un mistero da custodire, ma un modo per dire “questa è la mia versione”. E proprio lì, tra una dose in più e una in meno, nasce davvero il sapore.
Una salsa da imperatori
Tra le stranezze della cucina antica, il garum ha un posto tutto suo. Non era una salsa qualunque: era la salsa. I Romani la mettevano ovunque, e ne andavano matti. Però la ricetta, per dirla tutta, non era proprio delicata. Si usavano interiora di pesce tipo viscere, teste, spine mescolate a mucchi di sale e lasciate al sole a fermentare per settimane, anche mesi. Un brodo primordiale che ribolliva sotto il sole, trasformandosi piano piano in un liquido marrone e denso, che loro consideravano una prelibatezza.
Il risultato? Una sorta di dado da brodo ma molto più intenso. Anzi, alcuni lo paragonano alla salsa di pesce che si usa oggi in Asia. Il profumo però divideva anche all’epoca: per qualcuno era paradisiaco, per altri insopportabile. Ma chi era abituato non ne poteva fare a meno.

Versioni, commerci e tracce nel tempo
Il garum non era tutto uguale. Come riportato da Focus, c’erano versioni più povere, magari diluite o fatte in casa, e poi c’erano le varianti di lusso, come il garum sociorum, che arrivava dalla Bética (l’attuale Andalusia) e veniva venduto quasi come fosse un profumo. In certe anfore ritrovate oggi, si è identificato persino il DNA dei pesci usati risalenti a quasi duemila anni fa.
Non era una moda passeggera: questa salsa ha attraversato secoli, popoli, cucine. Dai Greci ai Romani, fino ai Bizantini. E il bello è che, sotto forme diverse, esiste ancora. Basta pensare alla colatura di alici di Cetara, oppure a certe salse asiatiche che usano tecniche simili. Quindi, qual è l’ingrediente segreto? Come riportato sulla rivista Antiquity, il pesce era l’ingrediente principale, soprattutto sardine europee, ma anche aringhe e merluzzi.