In Puglia il mare è troppo caldo ed è fiorita di nuovo l’alga | Divieto di fare il bagno vicino alle rocce e di mangiare frutti di mare

Illustrazione di un mare caldo (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di un mare caldo (Canva FOTO) - marinecue.it

Purtroppo il mare caldo comporta molte problematiche, anche dal punto di vista biologico. La situazione non è da sottovalutare.

Quando le acque marine iniziano a scaldarsi oltre la norma, non è solo una questione di termometro. Significa che qualcosa nel grande equilibrio del clima sta cambiando, e non sempre in meglio.

Il riscaldamento dei mari è spesso legato al cambiamento climatico, in particolare all’aumento dei gas serra nell’atmosfera. Le acque assorbono oltre il 90% del calore in eccesso prodotto dal riscaldamento globale, con conseguenze a catena: si modifica la vita marina, si alterano le correnti, e aumentano fenomeni estremi come gli uragani o le piogge torrenziali.

Quando il mare diventa troppo caldo, molte specie animali e vegetali vanno in sofferenza. I coralli, ad esempio, sbiancano e muoiono; i pesci migrano altrove, rompendo gli equilibri locali

Infine, l’aumento della temperatura marina contribuisce anche all’innalzamento del livello del mare, per via della dilatazione termica dell’acqua. È un processo lento ma inesorabile, che mette a rischio coste, città e isole.

L’acqua calda porta guai

Ogni estate porta con sé il suo carico di sole, bagni e desideri di relax. Però, quando il mare inizia a sembrare più una vasca termale che un’onda rinfrescante, allora c’è qualcosa che non va. Negli ultimi anni, il Mediterraneo, e in particolare l’Adriatico, ci ha abituati a temperature fuori norma, e i segnali di squilibrio cominciano a diventare sempre più evidenti.

Una di queste “spie”, come riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, è il ritorno di un ospite fastidioso: l’alga tossica Ostreopsis ovata. Non si vede a occhio nudo, ma può farsi sentire eccome. Irritazioni, problemi respiratori, disagi per chi si tuffa, e danni anche per gli animali marini più fragili. 

Illustrazione di alcune alghe tossiche (Canva FOTO) - marinecue.it
Illustrazione di alcune alghe tossiche (Canva FOTO) – marinecue.it

Alcuni dati interessanti (e preoccupanti)

Come riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, secondo ARPA Puglia, che tiene d’occhio la situazione con controlli costanti lungo la costa, le prime fioriture di questa microalga sono già comparse in diversi punti del litorale barese. Da Molfetta a Monopoli, passando per Bari, Giovinazzo e Mola, sono state rilevate concentrazioni che, pur restando sotto la soglia di allerta (fissata a 20.000 cellule per litro), iniziano a farsi notare. Molfetta guida la lista con 2.080 cellule/litro, seguita da Bari con un picco a 2.480. 

Il monitoraggio proseguirà ogni due settimane fino a fine settembre, con un occhio particolare su venti siti sensibili della regione. In caso di aumento delle fioriture, verranno date raccomandazioni puntuali, come evitare i tratti rocciosi durante le mareggiate o ridurre il consumo di “frutti di mare” potenzialmente contaminati.