Ponte sullo Stretto, è realtà | Si va avanti come treni: bisogna solo sperare vada tutto bene

Ponte sullo Stretto ricostruzione (screenshot Geopop - YouTube) - www.marinecue.it
Firmato l’accordo che accelera il progetto: il Ponte sullo Stretto prende forma, con un piano condiviso tra istituzioni.
Certe discussioni in Italia non tramontano mai, e il tema dei collegamenti nel Sud è una di quelle che ciclicamente riemergono. C’è chi lo vede come un sogno di sviluppo, chi come un’illusione da campagna elettorale. Fatto sta che, quando si parla di grandi infrastrutture, il confine tra realtà e promessa è sempre sottile. Soprattutto quando si tirano in ballo opere che hanno fatto la storia del “forse si fa, forse no”.
Negli anni se ne sono sentite tante: studi preliminari, progetti messi nel cassetto, fondi promessi e poi spariti. Eppure, l’idea che un’opera possa davvero unire due regioni da sempre “vicine ma distanti” ha continuato ad affascinare. Perché alla fine, più che ingegneria, qui si parla di identità, orgoglio e rivincita territoriale.
Certo, qualche esempio positivo c’è stato. Quando istituzioni locali e nazionali hanno collaborato davvero, qualcosa si è mosso. Piccoli progetti, ma significativi, hanno dimostrato che con la volontà (e magari anche un po’ di fondi stabili), si possono aprire cantieri veri. Ma qui, ovviamente, la posta è molto più alta.
Ed è proprio per questo che serve metodo, coordinamento e anche una buona dose di pazienza. Perché non si tratta solo di costruire un’infrastruttura, ma di mettere insieme decine di competenze, tempi, risorse e territori diversi. E tutto dev’essere incastrato come si deve, sennò salta tutto. Anzi, quasi dimenticavo: trasparenza. Che serve pure quella, eccome.
Una firma che potrebbe cambiare molto
È dentro questo contesto – diciamo così complesso – che arriva una novità importante. Nei giorni scorsi, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stato siglato un accordo di programma con tanto di firme: governo, Regioni Sicilia e Calabria, Anas, RFI e la società Stretto di Messina. Praticamente tutti attorno allo stesso tavolo. Un documento che – almeno sulla carta – mette nero su bianco chi fa cosa e quando, fissando un percorso comune per far partire davvero i lavori.
L’accordo, come riporta anche italiaoggi.it, definisce i tempi e i compiti di ciascuno, e si porta dietro una visione più ampia: non solo il ponte, ma anche le strade, i treni, gli accessi. Insomma, tutto ciò che serve perché l’opera funzioni davvero, non resti isolata nel nulla. Schifani, presidente della Sicilia, ha detto che “si è passati dalla teoria alla pratica”.

Ecco cosa prevede l’accordo siglato
Nel dettaglio, le prime mosse riguarderanno Villa San Giovanni, nodo cruciale per i collegamenti tra la Calabria e la Sicilia. Anas consegnerà una vecchia area di servizio (quella Est) alla società Stretto di Messina, mentre quella Ovest verrà spostata. Ci saranno anche modifiche temporanee per consentire l’accesso ai cantieri, tutto già incluso nel budget dell’intervento. Pare che, almeno su questo punto, non ci siano discussioni.
E poi c’è il pezzo ferroviario, che è altrettanto importante. RFI avrà in carico diversi lavori: tratti dell’Alta Velocità tra Battipaglia e Reggio Calabria, la nuova stazione Messina Gazzi, il raccordo col ponte e una serie di fermate metropolitane nella zona messinese. Ah, e anche la variante ferroviaria di Cannitello e la sistemazione del lungomare di Villa San Giovanni rientrano nel piano. Tutto scritto, tutto – si spera – in partenza.