Gargano, l’allarme è elevato | Anche qui si rischia quando ci si tuffa: queste specie sono velenosissime

Illustrazione di un pericolo nel Gargano (Canva FOTO) - marinecue.it
Il Gargano a livello naturalistico è straordinario, eppure anche qui si nasconde qualche insidia da non sottovalutare.
Alcune specie marine possono rappresentare un rischio per l’uomo, soprattutto durante attività come nuoto, immersioni o pesca. Non si tratta necessariamente di animali aggressivi: spesso il pericolo nasce da un contatto accidentale o da un gesto istintivo di difesa.
Tra i più comuni ci sono pesci velenosi, meduse urticanti, anemoni e persino alcune stelle marine. Le loro punture o scariche possono causare dolore intenso, irritazioni cutanee, gonfiore o, nei casi più rari, reazioni sistemiche.
Queste difese naturali servono agli animali per sopravvivere nel loro ambiente. Il problema è che l’uomo, spesso inconsapevole, entra nel loro territorio senza saperlo e può rimanere ferito anche solo sfiorandoli.
Conoscere le specie potenzialmente pericolose e imparare a evitarle è il primo passo per vivere il mare in sicurezza. La prevenzione, in questi casi, vale più di qualsiasi cura.
Quando il mare…inganna
L’acqua cristallina del Gargano, con le sue spiagge tranquille e le scogliere a picco, sembra tutto fuorché pericolosa. Eppure, sotto quella superficie invitante si nasconde un piccolo mondo pieno di sorprese, alcune delle quali decisamente poco piacevoli. Una nuotata può trasformarsi in un ricordo spiacevole per colpa di una puntura, un’irritazione o un’infiammazione che rovina la giornata.
A volte basta mettere un piede dove non si dovrebbe o non notare quel bagliore trasparente in acqua. Chi conosce il mare sa che la prudenza non è mai troppa, specialmente in zone dove la biodiversità è ricca e variegata. Per evitare fastidi, è fondamentale sapere chi si può incontrare in mare e quali sono le reazioni più comuni al contatto con certe specie.

Alcuni pericoli tangibili
Come riportato da Foggia Today, in uno studio chiamato “Animali Marini velenosi del Mediterraneo”, condotto dai dottori Leonardo Pennisi e Anna Lepore, del Centro Antiveleni del Policlinico Riuniti di Foggia, nel tratto di mare che abbraccia il Gargano, non mancano le specie che possono causare problemi ai bagnanti più distratti. Tra le più note ci sono ovviamente le meduse, con le loro lunghe braccia semitrasparenti e cariche di cellule urticanti. In particolare, la Pelagia noctiluca nota per il colore violaceo e la puntura fastidiosa.
Ancora più insidiosa, anche se meno diffusa, è la cubomedusa Carybdea marsupialis: piccola, quasi invisibile, ma dotata di un veleno che può provocare reazioni intense, anche se non mortali come le sue “cugine” tropicali. Accanto alle meduse, vanno menzionati i pesci velenosi, spesso confusi con semplici scogli o alghe. Le tracine, ad esempio, si seppelliscono nella sabbia e colpiscono quando si calpestano inavvertitamente, rilasciando un veleno doloroso attraverso le spine dorsali. Simile è il caso degli scorfani, mimetizzati tra i sassi, e delle razze, che possono colpire con la coda spinosa. Anche gli anemoni di mare, in particolare Anemonia sulcata, possono causare irritazioni cutanee, soprattutto nei soggetti allergici.