Un buco blu nel bel mezzo dell’Oceano | Largo 150mt e profondo più dell’altezza della Torre Eiffel: il sub che l’ha scoperto è ancora sotto analisi

Sub in immersione (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Sub in immersione (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Un’enorme cavità marina scoperta per caso riaccende il mistero delle profondità oceaniche, sfidando la scienza con dimensioni fuori scala.

Ci sono luoghi al mondo che sembrano fatti apposta per far venire i brividi. Non parliamo di leggende o film horror, ma di vere e proprie meraviglie geologiche che ti lasciano a bocca aperta. Anzi no, che ti fanno trattenere il fiato. Voragini enormi, spesso dimenticate o ignorate, che si aprono proprio là dove nessuno se le aspetterebbe. E il bello? Molte di queste non sono nemmeno visibili dalla superficie.

L’oceano, si sa, è pieno di misteri. È ancora oggi uno dei territori meno esplorati del pianeta — e non per mancanza di interesse, ma perché è maledettamente difficile da esplorare. Certe profondità sono così proibitive che, anche con tutta la tecnologia che abbiamo, ci muoviamo praticamente alla cieca. Ogni tanto però capita qualcosa che cambia tutto, come se il mare decidesse di svelare un pezzo del suo puzzle.

Spesso dietro a queste scoperte non ci sono grandi spedizioni o team internazionali. A volte basta una persona curiosa, magari un sub appassionato, che si ritrova davanti qualcosa di così assurdo da sembrare irreale. E da lì parte tutto: studi, analisi, ipotesi. Il caso gioca ancora un ruolo fondamentale nella scienza, inutile negarlo.

E poi succede che ti ritrovi davanti a qualcosa di talmente grande, o meglio, profondo, che ti chiedi se sia davvero naturale. Formazioni enormi, perfettamente nascoste sotto l’acqua, che per anni restano nell’ombra. Fino a quando qualcuno le vede. O ci finisce quasi dentro, va’.

Un abisso che sembra non finire mai

Oggi questo è ufficialmente il blue hole più profondo del mondo. Ha una forma quasi perfetta, verticale, e quel blu intenso che si vede solo nei film. Ma non è solo spettacolare: potrebbe essere anche una chiave per capire come si formano queste strutture e cosa succede là sotto. La sua profondità sfida qualsiasi confronto: più di grattacieli, monumenti, perfino montagne, se le guardi di traverso.

Quello che è stato visto e registrato potrebbe cambiare completamente il modo in cui studiamo i sinkhole sottomarini. E non è detto che non ci sia ancora qualcosa, là in fondo, che aspetta solo di essere scoperto.

L'enorme voragine dall'alto (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
L’enorme voragine dall’alto (Depositphotos foto) – www.marinecue.it

Oltre i confini delle mappe

È proprio così che è saltato fuori un buco blu gigantesco in Messico, nella Baia di Chetumal, vicino alla penisola dello Yucatán. Si chiama Taam Ja’ ed è un sinkhole marino dalle dimensioni folli: 150 metri di larghezza e più di 420 di profondità. Quasi il doppio della Torre Eiffel, giusto per capirci.

La cosa incredibile è che non sappiamo ancora quanto sia profondo davvero. I ricercatori lo stanno ancora studiando, ci sono strumenti in immersione e calcoli in corso. Pare che ci siano passaggi sotterranei, tunnel forse, che si diramano ancora più in basso. Il primo a scoprirlo? Un sub, nel 2003. Ma è solo negli ultimi anni che la comunità scientifica ha iniziato a capirne la vera portata. Secondo quanto riportato da The Sun, basandosi su uno studio pubblicato su Frontiers in Marine Science, il fondo potrebbe nascondere molto di più di quanto immaginato.