Estate 2025, ADDIO frutti di mare in tavola | Sono tutti contaminati: rischi setticemia e necrosi

Crudo di mare (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Crudo di mare (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

L’estate porta in tavola sapori di mare, ma non sempre ciò che è fresco è davvero sicuro: un nuovo pericolo incombe.

Nei mesi più caldi, si sa, la tavola cambia faccia: via i piatti pesanti, spazio a ricette leggere e veloci, magari a base di pesce. E cosa c’è di più invitante di un bel piatto di frutti di mare crudi, magari con una spruzzata di limone? La scena è perfetta: terrazza vista mare, una brezza leggera e un vassoio di ostriche fresche. Ma… ecco, c’è sempre un “ma” quando tutto sembra troppo idilliaco.

D’estate si mangia diverso, anche un po’ di corsa. Tra una nuotata e un tuffo, capita di improvvisare un pranzo con quello che c’è, puntando su qualcosa di “naturale” e rinfrescante. Frutti di mare, cozze, vongole… sembrano la scelta giusta. E invece, in certi casi, potrebbero essere tutto tranne che sicuri. Eh sì, anche il piatto più semplice può nascondere qualche insidia.

Pensiamo sempre ai pericoli dell’estate come ai classici: scottature, colpi di calore, onde troppo forti. Ma il vero rischio, a volte, arriva quando non te l’aspetti. Proprio da dove cerchi relax, potresti beccarti un bel problema. Nessuno ci pensa mentre si gode un piatto di mare, eppure basta poco per rovinarsi la giornata. O peggio.

Negli ultimi tempi, il caldo sembra non avere più freni. Le temperature sono aumentate a vista d’occhio, e con loro anche certi fenomeni strani che prima non ci toccavano minimamente. Ora, invece, sono qui, in Italia, e ci coinvolgono in modo diretto. Anche quando si parla semplicemente… di cibo.

Non solo acqua cristallina e tuffi rinfrescanti

In questi giorni è arrivato un avviso che suona parecchio serio, e no, non si tratta di allerta meteo. Stavolta parliamo di quello che finisce nel piatto. L’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) ha segnalato un pericolo collegato al consumo di frutti di mare, soprattutto se crudi o poco cotti. L’allarme è stato riportato da terranauta.it, e riguarda anche le acque italiane dove ci si tuffa per trovare un po’ di sollievo dall’afa.

Cosa c’entrano i frutti di mare con il mare stesso? Tanto, purtroppo. Il problema ha un nome ben preciso: vibrio. Sono batteri che se la spassano nelle acque salmastre, quelle dove dolce e salato si incontrano. Un tempo stavano nel Baltico, adesso – grazie ai cambiamenti climatici – hanno fatto un bel salto fino alle nostre coste. E non è solo una questione di dove fare il bagno. Ma cosa causano?

Vongole fresche (Pixabay foto) - www.marinecue.it
Vongole fresche (Pixabay foto) – www.marinecue.it

Il pericolo arriva in silenzio… e si mangia

Questi batteri, i vibrio appunto, possono infilarsi nei molluschi e nei frutti di mare che mangiamo. La cosiddetta vibriosi è l’infezione che può derivarne, e non è uno scherzo: febbre, mal di pancia, diarrea. In alcuni casi, quelli più gravi o se il sistema immunitario è già compromesso, si rischia pure la setticemia o addirittura la necrosi dei tessuti.

Sì, detto così fa paura. Ma è giusto sapere a cosa si va incontro. Secondo l’ECDC, per stare tranquilli meglio evitare del tutto i frutti di mare crudi. Meglio cuocerli bene, proteggere le ferite prima di entrare in mare e lavarsi con acqua dolce subito dopo.