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Dall’Ue 1 miliardo per salvare gli oceani: al via il Patto europeo per la biodiversità marina

Salvare gli oceani è una priorità, e grazie a questo Patto la situazione degli oceani (e non solo!) potrebbe migliorare nei prossimi anni.

A Nizza, durante la terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani, l’Unione Europea ha lanciato un messaggio forte e chiaro: l’oceano è una priorità. E’ stato presentato il nuovo European Ocean Pact, una strategia ambiziosa per proteggere la salute del mare a lungo termine.

Il mare, del resto, non è solo uno sfondo da cartolina. È al centro di molte delle sfide globali più urgenti: cambiamento climatico, inquinamento, pesca eccessiva. E per affrontarle serve qualcosa di più di misure isolate. Serve una strategia ampia, che unisca diplomazia, cooperazione internazionale e innovazione. Il Patto europeo per l’oceano vuole essere proprio questo: un punto di riferimento comune per tutte le politiche marittime dell’UE.

Già oggi, come riportato dal report della Commissione Europea, l’Unione ha confermato il proprio impegno con iniziative precise: la ratifica del Trattato globale sulle acque internazionali (BBNJ Agreement), il rilancio della Coalizione dell’Alta Ambizione e, non da ultimo, la creazione di una piattaforma scientifica internazionale per la sostenibilità marina. E tra le novità più concrete c’è anche il lancio del Global Ocean Programme, con 40 milioni di euro destinati ad aiutare i paesi partner a ratificare e attuare il trattato.

Ma la cifra che ha colpito di più, anche per il suo impatto simbolico, è un’altra: quasi 1 miliardo di euro. È quanto l’UE si impegna a investire in oltre 50 progetti volontari per il mare, molti dei quali fuori dal continente europeo. Di questo importo, circa un terzo sarà destinato specificamente alla scienza e all’innovazione.

Idee forti, risposte concrete

Il messaggio che emerge dal Patto è semplice: per difendere il mare bisogna cambiare passo. Non basta più agire in ordine sparso, servono strumenti comuni e obiettivi condivisi. Ecco perché l’UE ha deciso di unire tutte le sue politiche oceaniche sotto un unico tetto, concentrandosi su sei grandi priorità: dal ripristino degli ecosistemi alla competitività dell’economia blu, passando per il sostegno alle comunità costiere e insulari, la ricerca scientifica, la sicurezza marittima e la diplomazia internazionale.

Tra gli impegni più concreti ci sono l’istituzione di aree marine protette, la revisione delle direttive europee sulla pianificazione dello spazio marittimo e la proposta, entro il 2027, di un vero e proprio Ocean Act. Quest’ultimo servirà a dare un quadro unico per l’attuazione del Patto, semplificando le normative e migliorando il coordinamento tra settori.

Illustrazione di un fondale oceanico (Canva FOTO) – marinecue.it

Il cuore blu dell’Europa

La parte più interessante, però, come riportato dal report della Commissione Europea, è quella legata ai dati e alle tecnologie. Una delle ambizioni principali del Patto è migliorare la conoscenza dell’oceano e metterla a disposizione di chi ne ha bisogno: cittadini, imprese, ricercatori, decisori politici. In quest’ottica, l’UE sta lavorando alla realizzazione di una vera e propria rappresentazione digitale del mare, il Digital Twin of the Ocean, un modello 3D dinamico che permette di osservare l’evoluzione dell’oceano nel tempo, integrando immagini satellitari, misurazioni dirette, intelligenza artificiale e modelli predittivi.

Parallelamente, si svilupperà una nuova Ocean Observation Initiative, una rete di strumenti e competenze per raccogliere dati marini sempre più precisi e accessibili. Il tutto sarà coordinato attraverso la piattaforma internazionale IPOS (International Platform on Ocean Sustainability), a cui l’UE ha già destinato quasi 1 milione di euro. E non finisce qui: il Patto prevede anche strategie dedicate per le comunità costiere, una visione a lungo termine per pesca e acquacoltura, e investimenti in formazione e ricambio generazionale nel settore marittimo.

Mattia Paparo

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