ALLERTA MEDUSE nel Mediterraneo | Stanno proliferano a dismisura: non è possibile nemmeno mettere i piedi in acqua

invasione di meduse, ecco dove (Freepik Foto) - www.marinecue.it
Negli ultimi anni, molte dinamiche naturali sembrano aver perso il loro equilibrio.
Fenomeni stagionali si stanno trasformando in episodi sempre più frequenti, intensi e talvolta imprevedibili. Gli esperti parlano di un sistema ambientale sotto stress, dove piccoli squilibri generano conseguenze sproporzionate. A pagare il prezzo, spesso, sono le attività umane quotidiane, dalla pesca al turismo.
La percezione di un’estate “normale” sta mutando. Ciò che un tempo era considerato un imprevisto isolato ora si ripresenta con regolarità, portando nuove sfide per chi vive o lavora a contatto con il mare. Le coste che ospitano milioni di bagnanti ogni anno stanno sperimentando situazioni insolite, che generano disagi e preoccupazioni crescenti.
Non si tratta solo di variazioni temporanee. Alcuni fenomeni hanno radici profonde, legate all’interazione tra fattori climatici, comportamenti umani e processi ecologici. Spesso il problema non è visibile a occhio nudo finché non diventa impossibile ignorarlo. E allora ci si chiede: com’è possibile intervenire, o almeno prepararsi?
Il Mediterraneo, da sempre culla di biodiversità, si trova oggi ad affrontare una nuova serie di equilibri. Alcuni segnali sono evidenti, altri più sottili. Ma la direzione è chiara: le cose stanno cambiando, e in fretta.
Un fenomeno in crescita
Secondo un’inchiesta pubblicata da Wired.it, lungo le coste del Mediterraneo si sta verificando un fenomeno tanto affascinante quanto problematico: la crescita massiccia di alcune specie marine tipiche di acque calde. A favorirle sono una combinazione di fattori: il riscaldamento delle acque, la diminuzione dei predatori naturali e un maggiore apporto di nutrienti legato a inquinamento e cambiamenti ambientali.
Tra le specie più impattanti segnalate da Wired, spiccano tre in particolare: Physalia physalis (nota come caravella portoghese), Pelagia noctiluca (la cosiddetta medusa luminosa), e Rhopilema nomadica, una specie invasiva proveniente da altri mari. Ognuna di queste ha caratteristiche urticanti che possono rappresentare un rischio per bagnanti, specie marine autoctone e perfino per la pesca locale.

Il lato nascosto dell’invasione
Oltre al fastidio per i turisti, c’è una questione ecologica profonda. Le meduse, aumentando di numero, competono direttamente con pesci come le acciughe e le sardine per le stesse fonti di nutrimento, riducendo le popolazioni ittiche già messe alla prova dalla pesca intensiva. Inoltre, come evidenzia l’articolo di Wired, alcune specie si infiltrano nei sistemi di raffreddamento delle centrali e delle navi, causando danni non trascurabili.
Non bisogna sottovalutare il rischio per la salute: in particolare la caravella portoghese può provocare reazioni molto dolorose, e in rari casi pericolose per chi ha allergie o sensibilità particolari. Fortunatamente esistono strumenti come app di monitoraggio e linee guida per il primo soccorso, ma resta essenziale un approccio informato e consapevole, soprattutto nei mesi più caldi quando la loro presenza è più intensa.