Ultim’ora, in Sardegna è scattato l’allarme | Estinzione di massa in atto: colpa di turisti e pescatori

Estinzione di massa (Depositphotos FOTO) - marinecue.it
Un’estizione di massa è in atto nelle località della Sardegna. La causa principale sono i turisti e la presenza di pescatori nella zona.
L’impatto del turismo sull’ambiente è spesso visto solo dal lato positivo, come fonte di economia e scambio culturale. Tuttavia, dietro a questo fenomeno si nasconde una realtà meno conosciuta e molto preoccupante: il turismo può essere una causa importante di estinzioni di specie animali e vegetali.
Quando grandi flussi di visitatori invadono aree naturali delicate, spesso si verificano danni irreversibili agli ecosistemi che ospitano forme di vita uniche e preziose. Le estinzioni causate dal turismo avvengono soprattutto in luoghi di grande attrazione naturale come parchi, riserve marine e foreste tropicali.
L’inquinamento, la distruzione degli habitat, il disturbo diretto agli animali e la raccolta illegale di piante e animali sono solo alcune delle conseguenze. Per esempio, il calpestio eccessivo in zone di nidificazione di tartarughe marine può ridurre drasticamente il successo riproduttivo, mentre il traffico turistico in aree sensibili può spingere alcune specie a spostarsi o morire per stress.
Questi effetti, se sommati, possono portare all’estinzione locale o addirittura globale di specie importanti per la biodiversità. È quindi fondamentale che il turismo si sviluppi in modo sostenibile, rispettando i limiti naturali e promuovendo comportamenti responsabili.
Sensibilizzazione dei turisti
La sensibilizzazione dei visitatori, il controllo degli accessi e la creazione di aree protette sono strumenti indispensabili per prevenire danni irreparabili. Solo con un approccio consapevole si potrà garantire che le future generazioni possano continuare ad ammirare e conoscere la ricchezza della natura senza contribuire alla sua perdita.
Un aspetto spesso sottovalutato riguarda anche l’introduzione di specie invasive causata dal turismo. Quando le persone si spostano da un luogo all’altro, possono involontariamente trasportare semi, insetti o piccoli organismi che, una volta rilasciati in un nuovo ambiente, possono competere con le specie autoctone e alterare gli equilibri naturali.

Estinzione massificata
Come riportato su lanuovasardegna.it, il Canyon di Caprera, situato tra le 15 e le 30 miglia a nord-est delle acque sarde, è uno dei più grandi canyon sottomarini del Mar Tirreno, con profondità che superano i mille metri. Questa particolare conformazione favorisce il passaggio di nutrienti tramite correnti sottomarine, creando un ambiente ricco e vitale per molte specie marine. Il canyon funge da nursery, area di alimentazione e rifugio per animali marini importanti e minacciati, come i cetacei.
Tra le minacce il traffico nautico intenso, la pesca eccessiva e l’inquinamento chimico e acustico. Quattro delle sette specie di cetacei più osservate nel canyon sono ora considerate in pericolo di estinzione, come la balenottera comune e il grampo. Le collisioni con le imbarcazioni, le catture accidentali e il disturbo acustico sono rischi gravi per questi animali.