Adriatico, lanciato un allarme rosso | Non si sa come sia finito qui, ma questo pesce mette a rischio vacanze e guadagni dei balneari

Illustrazione di un pericolo (Canva FOTO) - marinecue.it
Anche nell’Adriatico la sia presenza è stata segnalata, con questo pesce che circola liberamente. Ma cosa sta succedendo?
Ci sono specie che arrivano in posti dove, in teoria, non dovrebbero esserci. Non si tratta di fantascienza, ma di biologia: parliamo di specie aliene, ossia organismi che compaiono in un ambiente diverso da quello d’origine.
Possono essere piante, insetti, pesci o microrganismi. Alcuni viaggiano nascosti nelle stive delle navi, altri resistono incredibilmente a viaggi lunghissimi su container, aerei o addirittura dentro il bagaglio di qualcuno.
Ma non sempre il passaggio è chiaro. Ci sono casi in cui una specie compare all’improvviso in un lago, su un’isola o in una foresta, lasciando perplessi anche gli esperti.
Il punto è che basta pochissimo per rompere un equilibrio. Alcune di queste specie diventano invasive: competono con quelle locali, modificano gli habitat, a volte portano malattie.
Un nuovo “inquilino” nel Mediterraneo
A volte succede che il mare ci sorprenda con ospiti imprevisti. Alcuni sono curiosi, persino affascinanti. Altri, invece, mettono un po’ in allarme. È il caso del pesce scorpione, una creatura dall’aspetto esotico e, purtroppo, dal carattere piuttosto spinoso. Originario del Mar Rosso, ha cominciato a farsi vedere anche nel Mediterraneo, e adesso ha spinto le sue pinne velenose fino alle acque dell’Adriatico.
Come riportato da Unict Magazine, il pesce scorpione è dotato di aculei velenosi, capaci di infliggere punture dolorosissime, e per chi ha allergie o patologie, anche piuttosto rischiose. Dettaglio da non trascurare: il veleno rimane attivo per quasi due giorni, anche dopo la morte dell’animale. Per i pescatori, per chi lavora sott’acqua, ma pure per chi si avventura nei fondali con maschera e pinne, diventa quindi fondamentale saperlo riconoscere.

Un arrivo che dice molto di più
Come riportato da Unict Magazine, la sua presenza non è solo un problema di punture o precauzioni. È il segnale di qualcosa di più ampio che sta accadendo nel nostro mare. Il pesce scorpione è arrivato qui grazie al riscaldamento delle acque e al cosiddetto “corridoio lessepsiano”, cioè il passaggio attraverso il Canale di Suez che collega Mar Rosso e Mediterraneo.
È da lì che molte specie tropicali stanno lentamente colonizzando nuovi territori, approfittando delle temperature più alte e dell’assenza di predatori naturali. Gli scienziati ora invitano alla collaborazione: ogni avvistamento va segnalato, perché monitorare la diffusione è fondamentale per capire se e come si potrà limitarne l’impatto.