Questo pesce devi evitarlo come la peste | Se non lo fai rischi grosso: il cuore esplode

Ragazzo che mangia

Questo cibo in scatola fa male o no, ecco la risposta (Freepik Foto) - www.marinecue.it

Viviamo in tempi in cui la spesa quotidiana è diventata un atto quasi strategico.

Scelte apparentemente innocue, come afferrare una scatoletta da uno scaffale, possono nascondere effetti a lungo termine che spesso ci sfuggono. La fiducia che riponiamo nelle etichette, nei colori rassicuranti del packaging e nei valori nutrizionali stampati in piccolo ci porta a sottovalutare l’impatto reale degli alimenti che consumiamo con regolarità.

Molti prodotti confezionati vengono promossi come fonti preziose di nutrienti essenziali. Alcuni di questi, addirittura, vantano proprietà protettive per il cuore, la mente o le ossa. Ma cosa accade quando a questi benefici si affiancano rischi silenziosi, mascherati dalla praticità e dalla reputazione salutare?

È il caso di quegli alimenti che fanno parte della nostra routine settimanale, talmente familiari da non suscitare alcun sospetto. Eppure, anche tra le scelte più comuni si celano insidie che meriterebbero maggiore attenzione. La verità è che non sempre “nutriente” equivale a “sicuro”, e nemmeno “naturale” a “innocuo”.

La salute, si sa, non dipende solo da cosa mangiamo, ma da come quel cibo è stato trattato, conservato, trasformato. E certe pratiche industriali, sebbene regolamentate, lasciano sul prodotto finale più tracce di quanto si possa pensare.

Il dettaglio che non ti aspetti

Un esempio emblematico arriva da un approfondimento pubblicato da dentistafabro.it il 10 luglio 2025, che mette sotto la lente un alimento diffusissimo nelle dispense italiane: lo sgombro in scatola. Secondo l’articolo, nonostante sia spesso consigliato per l’elevato contenuto di omega‑3 e proteine nobili, questo prodotto può nascondere effetti negativi sulla salute cardiovascolare, sulle ossa e persino sulla vista, se consumato con troppa frequenza o in varianti di bassa qualità.

Il rischio, secondo quanto spiegato dal sito, non deriva tanto dallo sgombro in sé quanto dalla combinazione tra conservazione in lattina, contenuto eccessivo di sodio, possibile presenza di mercurio e l’esposizione a sostanze come il bisfenolo-A (BPA), rilasciato dai rivestimenti interni delle confezioni. Questi fattori, messi insieme, possono portare a un aumento della pressione arteriosa, a una ridotta efficienza dell’apparato circolatorio e a un indebolimento delle ossa nel lungo periodo.

Sgombro
Questo alimento ha un valore nutrizionale particolare (Freepik Foto) – www.marinecue.it

Quando l’etichetta non basta

Lo stesso articolo sottolinea anche che, in alcuni casi, vengono aggiunti additivi come fosfati o aromi artificiali che, sebbene tecnicamente autorizzati, possono interferire con l’assorbimento di minerali essenziali come calcio e fosforo. Questo meccanismo, osservano gli autori su dentistafabro.it, potrebbe compromettere la salute ossea e avere ripercussioni anche su organi meno considerati, come gli occhi, che necessitano di un delicato equilibrio di vitamine e grassi buoni per funzionare correttamente.

Inoltre, l’elevato tenore di sale contenuto in molte versioni di sgombro in scatola contribuisce a un effetto infiammatorio generalizzato, il che contraddice proprio la reputazione “cardioprotettiva” di questo alimento. Ancora una volta, la chiave sta nella qualità, nella frequenza e soprattutto nella capacità di interpretare oltre l’etichetta: una buona fonte proteica, sì, ma solo se trattata nel modo giusto e senza trascurare i possibili effetti collaterali legati all’industria della conservazione.