Il Mediterraneo è a un punto di non ritorno | Le acque sono troppo calde: scienziati si aspettano la catastrofe

Illustrazione di un mare caldo (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di un mare caldo (Canva FOTO) - marinecue.it

Purtroppo la temperatura delle acque sta salendo, e la situazione tra non molto sarà davvero insostenibile. La situazione è critica!

Ogni anno, con l’arrivo della bella stagione, le acque superficiali dei mari iniziano ad assorbire calore, fino a raggiungere temperature che, in alcune zone, superano anche i 26 gradi. 

Ma non tutti i mari si riscaldano allo stesso modo. Nei tropici, queste temperature si mantengono quasi tutto l’anno, mentre nel Mediterraneo il picco arriva tra luglio e settembre. 

Quando il mare resta troppo caldo per troppo tempo, possono verificarsi vere e proprie “ondate di calore marine”. Si tratta di fenomeni sempre più frequenti, che mettono in crisi coralli, pesci e fitoplancton. 

In più, il calore in eccesso tende a restare in superficie, impedendo il rimescolamento delle acque e bloccando la risalita dei nutrienti dal fondale. Così, interi ecosistemi rischiano di perdere equilibrio.

Un cambiamento rapido

Il Mediterraneo, che molti considerano quasi un grande lago salato per via delle sue dimensioni contenute rispetto agli oceani, sta diventando uno dei punti più sensibili ai cambiamenti climatici. Non è solo una sensazione: come riportato dal WWF, i dati mostrano che si sta riscaldando più velocemente rispetto agli oceani. E non di poco. È un mare “chiuso”, mediamente poco profondo, e questo lo rende molto più vulnerabile: il calore si accumula in superficie e resta lì più a lungo.

Si sta trasformando, di fatto, in una sorta di laboratorio naturale per osservare in tempo reale gli effetti del riscaldamento globale. Secondo il WWF, negli ultimi decenni la temperatura delle sue acque superficiali è salita ben oltre la media globale, con ondate di calore marine che superano anche i 30 gradi in alcune aree. E insieme alla temperatura cresce anche un altro problema: l’acidificazione. L’assorbimento di CO₂ ha già fatto calare il pH del Mediterraneo di circa 0,2 unità rispetto a un secolo fa. 

Illustrazione delle temperature elevate (Canva FOTO) - marinecue.it
Illustrazione delle temperature elevate (Canva FOTO) – marinecue.it

La situazione è critica!

Come riportato dal WWF, le conseguenze si vedono già. Durante le ondate di calore più intense, intere comunità marine subiscono morìe di massa, specialmente tra le specie autoctone. Quelle mediterranee, adattate a un clima mite e stabile, non reggono certe escursioni termiche. E mentre alcune faticano, altre… si fanno avanti. Specie tropicali provenienti dal Mar Rosso o dall’Atlantico trovano condizioni favorevoli e si diffondono rapidamente, alterando gli equilibri locali.

Per affrontare questa situazione, il WWF ha avviato progetti come LIFE ADAPTS, che unisce le forze di Italia, Grecia e Cipro per proteggere alcune specie chiave del Mediterraneo, come la foca monaca e le tartarughe marine. Non si tratta solo di conservazione attiva in mare, ma anche di informazione e formazione: sono stati attivati corsi e percorsi educativi, aperti a tutti, per diffondere consapevolezza e strumenti utili ad agire concretamente.