Scoperta archeologica in mare, una nave carica di tesori | Sono perfettamente conservati: già pronto il museo per esporli

Ritrovato negli abissi l'oro dei romani - Marinecue.it (DepositPhoto)
Un scoperta che ti lascerà senza parole nelle profondità del Mar Mediterraneo ecco il segreto del Largo di Antalya.
Nelle profondità del Mediterraneo, al largo delle coste della Turchia, si celano storie millenarie e tesori sommersi. Ogni tanto, le acque rivelano frammenti del passato, offrendo uno sguardo prezioso su epoche lontane e sui commerci che animavano il “Mare Nostrum”.
La costa turca di Antalya, già celebre per le sue bellezze naturali e le destinazioni estive, è ora al centro di una scoperta archeologica che promette di riscrivere pagine importanti sulla storia navale e commerciale dell’antichità. Un team di archeologi subacquei ha portato alla luce un ritrovamento che, per il suo stato di conservazione e il suo prezioso carico, sta già attirando l’attenzione di esperti e appassionati di tutto il mondo.
Questa scoperta non è solo un evento scientifico, ma un’opportunità per valorizzare ulteriormente il ricco patrimonio culturale sommerso della Turchia, un paese che sta investendo sempre di più nell’archeologia subacquea.
Il rinvenimento di manufatti rimasti intatti per secoli offre dettagli unici sulle tecniche di produzione e sui commerci di duemila anni fa, aprendo nuove prospettive per la ricerca e per il turismo culturale.
Un relitto straordinariamente conservato
Una squadra di archeologi in Turchia ha recuperato un relitto di nave straordinariamente ben conservato al largo della costa di Antalya. L’imbarcazione, risalente a un periodo compreso tra il tardo Ellenismo e l’inizio dell’epoca romana (circa 2.000 anni fa), è stata scoperta tra 33 e 46 metri di profondità vicino ad Adrasan, nel distretto di Kumluca. Gli esperti considerano il ritrovamento un evento notevole nell’ambito dell’archeologia subacquea, grazie al suo carico di piatti, ciotole e vassoi in ceramica rimasto praticamente intatto.
La nave trasportava centinaia di pezzi di ceramica sigillata orientale, un vasellame pregiato e ampiamente prodotto nel Mediterraneo. I vasi sono decorati con circa 25 disegni distinti e, cosa sorprendente, erano stati accuratamente rivestiti di argilla cruda come strato protettivo durante il trasporto e impilati l’uno sull’altro. Questa antica consuetudine, insieme agli strati di sabbia che li hanno ricoperti, ha permesso la loro eccezionale conservazione.

Nuovo museo e progetti
Per condividere adeguatamente questa straordinaria scoperta con il mondo, la Turchia istituirà un museo dedicato all’archeologia subacquea del Mediterraneo nell’area di Kemer-Idyros, un’iniziativa già annunciata tempo fa. Secondo il ministro Ersoy, questo museo rifletterà la visione lungimirante della Turchia in termini di sostenibilità culturale. La fase di progettazione è stata completata e la costruzione inizierà questo mese.
In questo periodo, la Turchia sta vivendo una vera e propria “vocazione” per l’archeologia subacquea. A partire da quest’anno, il Paese ha avviato quattro scavi con decreto presidenziale, tre scavi sottomarini condotti da musei e tre ulteriori missioni di ricerca, consolidando un approccio sistematico e sostenuto all’archeologia del mare. Il ministro Ersoy ha sottolineato l’importanza di questi sforzi: “Solo nel tratto da Patara a Mersin sono già stati identificati oltre 400 relitti.