Golfo di Napoli, scoperta una specie di ascidia di 1cm che si comporta stranamente | Non riesce a star ferma: si muove per non estinguersi

Illustrazione di un mare bollente (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di un mare bollente (Canva FOTO) - marinecue.it

Una nuova specie marina è stata scoperta nel golfo di Napoli. Ecco come si comporta per non rischiare di estinguersi.

Il Golfo di Napoli è uno dei luoghi più affascinanti del Mar Mediterraneo, non solo per la sua bellezza paesaggistica e storica, ma anche per la ricchezza delle sue specie marine. Grazie alla sua posizione geografica e alla varietà dei fondali, il golfo ospita una biodiversità sorprendente, che include pesci, molluschi, crostacei e molte altre forme di vita.

Tra le specie più comuni troviamo il sarago, l’orata, il branzino, ma anche creature più delicate come le meduse, i cavallucci marini e le stelle marine. Le praterie di posidonia, una pianta marina protetta, offrono rifugio e nutrimento a moltissimi organismi marini e svolgono un ruolo essenziale per l’equilibrio dell’ecosistema.

Tuttavia, la ricchezza naturale del Golfo di Napoli è oggi minacciata da diversi fattori. L’inquinamento, la pesca eccessiva e il cambiamento climatico stanno alterando l’equilibrio marino, mettendo a rischio molte specie. Alcune, come la cernia e il polpo, stanno diventando sempre più rare, mentre altre specie aliene, introdotte da acque di zavorra delle navi, stanno colonizzando la zona, modificando gli ecosistemi locali.

La tutela di quest’area marina passa attraverso la sensibilizzazione dei cittadini, la regolamentazione delle attività di pesca e turismo e il monitoraggio scientifico costante. Solo così sarà possibile proteggere la straordinaria varietà di specie marine del Golfo di Napoli per le generazioni future.

L’interazione con l’ambiente

Un aspetto affascinante delle specie marine nel Golfo di Napoli è la loro interazione con l’ambiente vulcanico sottomarino, in particolare nella zona dei Campi Flegrei e intorno all’isola di Ischia. In queste aree, le emissioni naturali di gas, come l’anidride carbonica, creano condizioni uniche per lo studio degli effetti del cambiamento climatico sugli ecosistemi marini.

I ricercatori osservano come alcune specie si adattino, mentre altre scompaiono o migrano verso zone meno stressate. Questo rende il golfo un vero e proprio laboratorio naturale a cielo aperto, importante per capire come evolveranno i mari del futuro.

Una nuova specie

Come riportato meteoweb.it, una piccola ascidia, trovata nei fondali sabbiosi di Posillipo, si distingue dalle specie simili per la sua capacità unica di muoversi liberamente, un comportamento mai osservato prima in questo gruppo. Questa particolarità comportamentale potrebbe essere una risposta a cambiamenti ambientali, mostrando quanto anche gli organismi più semplici siano sensibili al loro habitat.

La scoperta, guidata da un team di ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn e dell’Università Federico II, evidenzia quanto ancora ci sia da conoscere sugli ecosistemi marini, anche in aree vicine alle città. Le ascidie, strettamente imparentate con i vertebrati, offrono spunti preziosi per comprendere l’evoluzione animale.