Allarme appena lanciato, li stiamo sterminando tutti | Nel Mediterraneo stanno scomparendo razze e squali e la colpa è tutta nostra

Squali

Squali in via di estinzione, ecco il progetto per salvarli (Freepik Foto) - www.marinecue.it

Ogni mattina, il mare si apre come un sipario. Le onde brillano, le barche partono, i gabbiani tagliano l’aria.

Tutto sembra al suo posto. Ma spesso ciò che sembra eterno è solo qualcosa che si sta spegnendo lentamente. Qualcosa che piano piano potrebbe iniziare a mutare in modo irreparabile e non a nostro favore.

Non ci accorgiamo subito delle assenze. A volte spariscono i più piccoli, altre volte i più antichi. Ma il mondo non va in crisi quando tutto crolla: va in crisi quando smette di respirare nei dettagli.

E il mare — così vasto, così profondo — nasconde bene le sue ferite. Un fondale desertificato non fa rumore. Un’assenza che si protrae diventa la nuova normalità.

Così, mentre noi continuiamo a guardare la superficie, qualcosa si è già rotto negli abissi. E con esso, un pezzo della nostra memoria biologica.

Una scomparsa silenziosa

Secondo il report “Squali in crisi” pubblicato dal WWF nel 2024, più della metà degli squali e delle razze del Mediterraneo è oggi a rischio estinzione. Alcune specie, come lo squalo martello, sono ormai considerate funzionalmente estinte in molte aree: esistono ancora, ma non abbastanza da riprodursi efficacemente.

La Stazione Zoologica Anton Dohrn ha stimato che per molte di queste specie servirebbero decenni — anche un secolo — per riprendersi, anche se da oggi non venissero più pescate. Il motivo è biologico: questi animali crescono lentamente, si riproducono poco e hanno bisogno di acque sicure per i piccoli. Ma le reti li inseguono ovunque. Non per cattiveria, spesso per abitudine. E così, anche senza volerlo, li stiamo cancellando.

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Squali in via di estinzione, ecco il progetto per salvarli (Freepik Foto) – www.marinecue.it

Mappe, satelliti e racconti di mare

Per cambiare rotta, la scienza ha deciso di ascoltare il mare — e chi lo conosce davvero. È nato così PROSHARKS, un progetto coordinato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn, con il supporto del CNR IRBIM e di varie università italiane. L’obiettivo: salvare gli ultimi squali palombo del Canale di Sicilia, seguendo i loro percorsi, studiando i loro spostamenti, proteggendo le loro nursery.

Nel progetto si intrecciano tecnologia e memoria: i satelliti tracciano gli squali, la genetica studia le loro parentele, i pescatori raccontano dove li vedevano partorire. Questi dati vengono uniti in modelli predittivi per capire dove e quando è fondamentale proteggerli. Le aree individuate potrebbero diventare zone di tutela temporanea o chiuse alla pesca nei momenti più delicati (fonte: irbim.cnr.it, szn.it). Questo mondo va protetto in tutti i modi possibili, da se stesso e da noi.