Pesce scorpione, la sua invasione dei nostri mari è colpa dei pescatori | Bisogna tornare ai metodi tradizionali o sarà catastrofe

Il pesce scorpione (Canva) - marinecue.it
Se ci immergiamo nelle acque del Mediterraneo, incontreremo probabilmente quel pesce maestoso. il quale, però, preoccupa tutti.
L’uomo, nel corso della sua evoluzione, ha dimostrato grande ingegno e capacità di adattamento. Sebbene, tuttavia, questo sviluppo sia spesso avvenuto a discapito dell’ambiente, e delle altre forme di vita che popolano il pianeta.
La natura, infatti, un tempo fonte di meraviglia e rispetto, è oggi (sovente) trattata come una risorsa da sfruttare senza limiti. Con foreste abbattute, oceani inquinati, e specie in via di estinzione, le quali son solo alcune delle conseguenze di quest’atteggiamento irresponsabile.
Anche il cambiamento climatico è un chiaro segnale dell’impatto distruttivo, delle attività umane. Poiché inseguendo profitto e comodità, proprio l’uomo ha alterato equilibri millenari; non di rado, ignorando appunto gli effetti al lungo termine delle sue azioni.
Quindi è tempo di riflettere, dal momento che l’ambiente non è un bene inesauribile. E senza un profondo cambiamento, nel modo di rapportarci al mondo, rischiamo di compromettere non solo la natura, ma anche il futuro della nostra stessa specie.
Da 007, al Mar Mediterraneo
Il pesce scorpione, noto anche come pesce leone, è comparso per la prima volta, nel 1977, nel film di James Bond “La spia che mi amava”. Già allora, fu descritto come pericoloso, a causa dei suoi aculei velenosi ben in vista; e proprio da quel momento, è stato avvistato in numerosi mari tropicali. Oggi, invece, basta un’immersione nel Mediterraneo, per incontrarlo da vicino.
Nello specifico, il pesce scorpione è entrato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, e ha trovato qui un habitat favorevole. E come accade a molte specie marine, quando le condizioni ambientali son adatte, l’animale si stabilisce definitivamente in quel punto. Essendo un fenomeno naturale, simile a quanto fatto anche dall’uomo, nei secoli. All’attuale, però, la presenza di questo pesce (nei mari italiani) è crescente e preoccupante: specialmente nel Mar Ionio, dove secondo rainews.it, si registra il maggior numero di avvistamenti.

Lamentele, predazione e responsabilità
Per l’appunto, i pescatori italiani si lamentano spesso, poiché il pesce scorpione si nutre delle stesse specie che vorrebbero catturare. Inoltre, i suoi aculei rendono più difficile il toglierlo dalle reti. Quantunque, piuttosto che continuare con la pesca a strascico, si dovrebbe in realtà agire con maggior responsabilità, magari indossando guanti protettivi, e adottando metodi più sostenibili.
Giacché il problema più grande, resta proprio il nostro sguardo predatorio. Con il quale consideriamo gli animali marini, solo come risorse da sfruttare, senza voler invece accettare il rischio di dover interagire con esseri viventi, i quali si difendono. Quindi, anziché infastidirci per le spine (di questo pesce, in particolare), dovremmo iniziare a riflettere sul nostro ruolo nel mare.