Il Ministero emana un nuovo divieto di consumo | Ora tocca alle sardine: sono deleterie per la salute umana

Illustrazione di sardine in scatola (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di sardine in scatola (Canva FOTO) - marinecue.it

Le sardine ora non si toccano, e il divieto arriva direttamente dal Ministero. Meglio non toccarle, ne va della nostra salute!

I divieti sui consumi nascono per proteggere ciò che conta: la salute delle persone e l’equilibrio dell’ambiente. Si tratta di regole o restrizioni che limitano l’uso di certi prodotti, risorse o alimenti quando possono risultare pericolosi, contaminati o semplicemente sprecati. 

Un esempio concreto riguarda il consumo di pesce in zone soggette a inquinamento. In alcuni laghi o fiumi, le autorità sconsigliano – o vietano del tutto – di mangiare determinate specie perché accumulano sostanze tossiche come mercurio o diossine. 

Esistono anche divieti legati all’uso dell’acqua, soprattutto in periodi di siccità. Vietare l’irrigazione dei giardini o il riempimento delle piscine non è un capriccio, ma un modo per garantire che la risorsa idrica resti disponibile per i bisogni essenziali.

Infine, ci sono i divieti che riguardano ciò che si può vendere: prodotti alimentari, cosmetici o giocattoli devono rispettare precise regole di etichettatura e sicurezza. Se mancano le informazioni obbligatorie o se il contenuto non è conforme, scattano multe o sequestri.

Non proprio una buona notizia

Certe volte basta una sigla, un numero di lotto, e la tranquillità di chi fa la spesa viene scossa. È il caso di un richiamo ufficiale, segnalato dal Ministero della Salute, che ha messo in allerta su un particolare lotto di sardine pescate nel Mar Ligure. Non si tratta di semplice prudenza, ma di un problema serio: i livelli di istamina contenuti in quelle sardine superano nettamente i limiti di sicurezza.

Come riportato da FanPage, il prodotto commercializzato dall’azienda Antonio Verrini, è stato identificato con il codice S1206250572. Viene venduto in confezioni a peso variabile, ma non è chiaro se si trattasse di pesce fresco o surgelato. Dettaglio non da poco, che lascia un po’ perplessi chi cerca informazioni precise.

Illustrazione di alcune sardine (Canva FOTO) - marinecue.it
Illustrazione di alcune sardine (Canva FOTO) – marinecue.it

Quali sono i rischi

A livello produttivo, la tracciabilità è chiara: il pesce proviene dall’Impresa di Pesca M/P Roby, lavorato dalla Cooperativa Pescatori Imperia nello stabilimento di Quiliano (SV). Come riportato da FanPage, qualcosa dev’essere andato storto nella conservazione o nella catena del freddo.

Questo perché il livello di istamina, se troppo elevato, può provocare reazioni anche serie: mal di testa, nausea, sfoghi cutanei. Chi dovesse riconoscere il lotto, è meglio che non lo consumi. Meglio chiedere il rimborso o la sostituzione, come indicato dalle autorità. Meglio prevenire il problema!