Diavoli di mare, in Sardegna è allarme invasione | I bagnanti se li ritrovano tra le gambe: estate a rischio

Mare e invasione (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Mare e invasione (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Le misteriose apparizioni dei “diavoli di mare” agitano le acque della Sardegna: qualcosa non torna, si lancia l’allarme.

A volte basta poco per trasformare una giornata tranquilla in spiaggia in qualcosa di assolutamente fuori dall’ordinario. Magari sei lì, con i piedi a mollo, e succede qualcosa che non ti aspetti. Una creatura enorme, elegante, silenziosa, compare dal nulla. E ti ritrovi a fissarla come se stessi guardando un film. O un sogno. O un incubo, dipende.

Il bello — o il brutto, dipende anche qui — è che questi episodi non capitano ogni giorno. Vedere da vicino un animale marino di grandi dimensioni è roba rara, roba che ti fa raccontare quella giornata per anni. Però quando succede, viene naturale farsi delle domande. Perché si è avvicinato tanto? Non dovrebbe essere altrove? Al largo, lontano da noi?

Ecco, è proprio lì il punto. Alcuni animali sono fatti per stare lontano, in mare aperto, dove l’uomo arriva solo con fatica. Quando iniziano a farsi vedere vicino alla riva, proprio tra i bagnanti, qualcosa non torna. Non è solo un colpo di fortuna (o sfortuna), ma un segnale. E i segnali, soprattutto quando si ripetono, vanno ascoltati.

Anche perché — diciamolo — il mare sta cambiando. Le stagioni, le correnti, le rotte degli animali, tutto sembra un po’ più confuso di qualche anno fa. E se una manta, enorme e silenziosa, arriva a pochi metri dagli ombrelloni, forse c’è qualcosa che noi non vediamo, ma che sta accadendo proprio adesso. Il mare parla, anche se senza parole.

Una serie di incontri che fanno alzare le antenne

Come riporta lanuovasardegna.it, in Sardegna è successo in tre posti diversi, uno dietro l’altro: Mari Ermi, Mugoni, Fiume Santo. Sempre lo stesso tipo di animale: una mobula, che molti chiamano “diavolo di mare”. Animali giganteschi, con un’apertura alare che può superare i tre metri. Di solito se ne stanno in mezzo al mare, ma ora… stanno arrivando fino a riva.

E non solo in Sardegna. Dal 27 maggio ci sono stati 14 episodi simili in Italia, in due casi l’animale non ce l’ha fatta. In Spagna i numeri sono ancora più alti: 25 avvistamenti solo da maggio. In Francia, almeno sei, uno dei quali con due esemplari insieme. Gli scienziati che seguono il progetto europeo European Shark sono sul pezzo, ma per ora nessuno sa davvero perché stia succedendo tutto questo.

Una manta (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Una manta (Depositphotos foto) – www.marinecue.it

Un mistero che lascia l’amaro in bocca

Nel caso di una manta spiaggiata a Mondragone, in provincia di Caserta, si è riusciti a fare una necroscopia — la prima in Italia — ma i risultati, come dire, non hanno chiarito granché. Lo stomaco era vuoto, niente segni di ferite o contatti con esseri umani. Una femmina di oltre due metri, morta così, senza una spiegazione evidente. Gli esami di laboratorio sono ancora in corso.

Simona Clo, biologa che coordina il progetto Life, ha detto chiaramente che queste cose non dovrebbero succedere. Le mante sono animali che preferiscono il mare profondo e non amano l’uomo. Potrebbe trattarsi di un virus, ma per ora non ci sono conferme. E intanto — fondamentale — non toccatele. Se capita di vederne una in difficoltà, bisogna chiamare subito il 1530, la Capitaneria di Porto. Niente urla, niente tuffi eroici: lasciate fare a chi ne capisce. Anche se sembrano pacifiche, sono comunque pericolose.