Sempre più persone vivono in crociera | Bello il mare, il relax: ma occhio alle conseguenze nefaste

Sempre più persone vivono in crociera | Bello il mare, il relax: ma occhio alle conseguenze nefaste

Non tutto è oro... (canva.com) - www.marinecue.it

C’è chi abbandona tutto per abitare su una nave da crociera. L’oceano è splendido, ma la vita di ogni giorno porta con sé sfide impreviste. 

Nella mente collettiva, vivere a bordo di una nave da crociera rappresenta un’idea di perpetua vacanza. Un ideale che scatena immagini di tramonti sull’oceano, buffet infiniti, risvegli senza suoni e scenari spettacolari in ogni porto.

Le fotografie nelle brochure turistiche sembrano garantire una vita priva dal peso di scadenze e bollette, dove ogni giorno offre una nuova pagina da scrivere.

Tuttavia, proprio come molte promesse, anche questo sogno può presentare delle imperfezioni che sfuggono a chi osserva solamente e sognante dalla riva.

Le esperienze reali di coloro che hanno intrapreso questa vita diventano quindi una riflessione: più delle immagini da catalogo, ci forniscono una prospettiva autentica dietro al sogno.

Paradiso per davvero?

Come riporta Forum Agricoltura Sociale, il racconto di Lynelle ha catalizzato l’attenzione dei media: ex impiegata americana di 53 anni, ha abbandonato casa, marito e vecchie abitudini per trasferirsi su una nave da crociera. Il costo? 2500 dollari al mese (circa 2100 euro), inclusi alloggio e pasti. Le spese aggiuntive — come Wi-Fi e servizi di lavanderia — sono a suo carico; dal canto suo, Lynelle guadagna tenendo attivo il suo canale YouTube “Poverty to Paradise” e svolgendo piccoli lavori online.

Tuttavia, dietro l’apparente paradiso marino, esistono anche alcuni lati negativi. Le cabine, infatti, sono molto piccole; la privacy diventa un lusso dimenticato e l’insonnia diventa una costante: pareti sottili, karaoke notturno, liti e rumori incessanti rendono difficile anche solo riposare. Anche se ci si abitua, a detta di Lynelle, c’è sempre una sensazione di costrizione, non solo fisica ma anche mentale.

La protagonista Lynelle
Il suo canale è molto attivo (youtube.com/Poverty to Paradise) -www.marinecue.it

Le inevitabili mancanze

La vita sociale è incessante e frequentemente invadente. “Non puoi evitare di interagire con gli altri, specialmente se sei lì ogni giorno”, sottolinea Lynelle nel suo canale. Per chi ha un carattere riservato, questa è una vera prova di socialità; sebbene i buffet possano sembrare un sogno, la vera varietà è piuttosto limitata: “Alla fine, hai l’impressione di mangiare sempre nella mensa scolastica”. Inoltre, ed è forse la parte peggiore, è molto difficile formare legami solidi e duraturi tra viaggiatori perenni. “Fai amicizia con qualcuno e il giorno dopo scende a terra”, racconta.

In aggiunta, c’è la distanza dalla vita reale, con la mancanza inevitabile dei luoghi di tutti i giorni. E sebbene il Wi-Fi consenta le videochiamate, la connessione è spesso instabile, proprio come l’equilibrio emotivo che può vacillare in certi momenti. “Quando ti manca tutto ciò che hai lasciato, nemmeno un mojito può consolare”, conclude Lynelle. In parole povere, per giocare con i proverbi, il mare del vicino non è sempre più blu del proprio.