Invasione Puglia, allarme rosso sulle spiagge | Bagnanti in fuga: sono tanti, neri e piccolissimi

Vietato farsi il bagno (Canva FOTO) - marinecue.it
Ciò che è successo ha lasciato i bagnanti a bocca aperta. Le spiagge sono state invase da queste cose, piccole e nere. Cosa sta succedendo?
In spiaggia, gli allarmi servono a segnalare situazioni di pericolo, per avvisare bagnanti e operatori. Possono essere sonori, visivi o trasmessi tramite megafoni. La loro funzione è richiamare l’attenzione il più rapidamente possibile.
Uno degli allarmi più comuni è quello per rischio annegamento: viene attivato quando qualcuno è in difficoltà in acqua. In questi casi, il bagnino interviene subito e, se necessario, viene allertato anche il 118.
Ci sono poi gli allarmi legati alle condizioni del mare: la classica bandiera rossa indica divieto di balneazione per onde forti o correnti pericolose. In certe spiagge si usano sirene anche per segnalare l’arrivo di temporali improvvisi.
Infine, alcuni allarmi riguardano situazioni meno frequenti ma critiche, come il ritrovamento di ordigni, la presenza di animali marini pericolosi o l’allontanamento di un bambino.
Quelle strane cose sulla sabbia
Negli ultimi tempi, chi passeggia in spiaggia con lo sguardo basso, magari alla ricerca di conchiglie o pezzi di vetro levigati dal mare , si sarà imbattuto in qualcosa di insolito. Piccoli dischetti neri, tutti uguali, sparsi qua e là sulla battigia. Sono comparsi in Puglia, ma anche più a nord, lungo tutto l’Adriatico. Un fenomeno curioso, che ha suscitato non poca perplessità tra turisti e residenti.
Come riportato da Sky TG 24, a portare un po’ di ordine in mezzo al rumore è stato Enzo Suma, il fondatore del progetto Archeoplastica. Pubblicando un video sui suoi canali, ha mostrato i dischetti da vicino e avviato una piccola indagine pubblica. La cosa interessante, e forse un po’ inquietante, è che non si tratta di un caso isolato. Questi oggetti continuano a riapparire a distanza di settimane, come se il mare li restituisse un po’ alla volta. Cosa sta succedendo?

L’ipotesi più credibile (per ora)
Secondo Suma, come riportato da Sky TG 24, quei dischetti neri potrebbero essere elementi identificabili come z-mbrb (sigla un po’ complicata, va detto), usati nei depuratori per migliorare i processi di filtraggio biologico. In sostanza, servirebbero a “ospitare” batteri utili per la pulizia delle acque reflue. Il problema è che, se davvero provengono da impianti di depurazione, non dovrebbero finire in mare aperto, tantomeno su una spiaggia.
L’ipotesi è che siano stati accidentalmente rilasciati da qualche impianto, forse del Nord Italia, e poi trasportati dalle correnti marine lungo tutta la costa adriatica. Riccardo Mancin, di Plastic Free, ha fatto notare che in Italia questo tipo di dischetti è piuttosto raro, il che restringe il campo. Alcuni sospettano un guasto a un impianto in Alto Adige, altri ipotizzano una perdita durante un trasporto via mare.