Granchio Blu, le stanno provando tutte senza frutti | Ora tocca a questo suono: si spera crei una barriera

Illustrazione di un granchio blu (Canva FOTO) - marinecue.it
Il granchio blu è un pericolo per i nostri ecosistemi, e molte azioni sono risultate essere inefficaci. Ma la situazione potrebbe cambiare.
Il granchio blu (Callinectes sapidus) è una specie originaria della costa atlantica americana, ma da qualche anno ha iniziato a diffondersi anche nel Mediterraneo, soprattutto lungo le coste italiane. È facilmente riconoscibile per il suo colore blu acceso e le chele affilate.
Si tratta di un animale vorace e resistente, capace di adattarsi rapidamente a nuovi ambienti. Proprio per questo è considerato una specie invasiva: si nutre di pesci, molluschi e piccoli crostacei, mettendo a rischio gli equilibri degli ecosistemi locali.
La sua presenza preoccupa pescatori e ambientalisti, perché può danneggiare la biodiversità e ridurre le popolazioni di specie autoctone. In alcune aree, ha già causato perdite economiche significative nella pesca delle vongole e dei mitili.
Tuttavia, c’è anche chi vede nel granchio blu un’opportunità: la sua carne è pregiata e molto apprezzata in cucina. Alcuni territori stanno puntando sulla sua valorizzazione gastronomica, trasformando il problema in una possibile risorsa.
Un’idea semplice, ma geniale
A volte le soluzioni più efficaci nascono proprio dall’osservazione attenta della natura. E non serve sempre la tecnologia più avanzata: basta ascoltare, davvero. Così, nei pressi di Comacchio, qualcuno ha pensato che, per allontanare il famigerato granchio blu, forse era il caso di parlargli… o meglio, di spaventarlo con le voci giuste. Niente trappole, niente reti: solo suoni. Un’idea che può sembrare bizzarra, ma che poggia su un’intuizione molto concreta.
Come riportato da il Resto del Carlino, la trovata arriva da un’imprenditrice locale, che ha brevettato una sorta di barriera acustica. Il dispositivo emette suoni registrati di uccelli predatori, creando così una sorta di allarme naturale per questi crostacei. L’obiettivo? Difendere le vongole, già messe a dura prova dall’invasione del granchio blu, senza danneggiare l’ambiente né usare soluzioni drastiche.

Come risolvere il problema
Come riportato da Il Resto del Carlino, tutto è iniziato nel 2023, quando un’alluvione ha alterato gli equilibri della laguna. Da quel momento, il granchio blu ha iniziato a moltiplicarsi a vista d’occhio, facendo danni enormi. Famiglie intere hanno perso mesi di lavoro, risparmi e anche una certa fiducia nel futuro. La situazione è diventata così pesante da spingere l’ideatrice della barriera a lanciare una petizione.
La barriera funziona in modo tanto semplice quanto ingegnoso: diffonde i suoni in modo continuo o a intermittenza, sfruttando il comportamento naturale del granchio, che tende a evitare le aree in cui percepisce una minaccia. Una strategia “dolce”, ma potenzialmente molto efficace. Al momento, resta una sperimentazione locale, ma chissà potrebbe diventare un modello per altre aree colpite (Fonte: Il Resto del Carlino).