Dagli abissi dell’Oceano emerge un mostro di 12 metri | Un predatore famelico: veloce come un ghepardo

Illustrazione di un mostro marino (Canva FOTO) - marinecue.it
Questo animale è davvero enorme, un predatore senza eguali. Era davvero molto veloce e imprevedibile, un animale inarrestabile.
Nel buio degli abissi oceanici vivono creature che sembrano uscite da un incubo. I mostri abissali — così vengono chiamati — sono animali adattati a condizioni estreme: buio totale, pressione schiacciante e temperature gelide. Eppure, in questo mondo inospitale, la vita si è evoluta in forme tanto bizzarre quanto affascinanti.
Tra i più noti ci sono l’anglerfish, con la sua “lampadina” sulla testa per attirare le prede, e il gulper eel, capace di spalancare la bocca ben oltre le dimensioni del corpo. Alcuni sono quasi trasparenti, altri emettono luce — un fenomeno noto come bioluminescenza — utile per comunicare, cacciare o confondere i predatori.
Molte di queste creature restano sconosciute. Gli scienziati stimano che migliaia di specie abissali debbano ancora essere scoperte. Ogni nuova spedizione rivela forme di vita mai viste prima, spesso raccolte con robot subacquei che scendono fino a 11.000 metri di profondità.
Studiare questi esseri è una sfida enorme, ma anche un’occasione per capire meglio l’evoluzione della vita e la resistenza degli organismi in ambienti estremi. E chissà, forse ciò che impariamo da loro potrà aiutarci a esplorare anche altri mondi.
Un animale straordinario
Ci sono storie che iniziano…milioni di anni fa. È il caso di un antico “mostro marino” i cui resti furono scoperti lungo il fiume Puntledge, sull’isola di Vancouver, in Canada. All’inizio non era chiaro di cosa si trattasse: un grande rettile marino vissuto 85 milioni di anni fa, sì, ma con tratti che non tornavano del tutto. Fossili strani, enigmatici. Per anni gli studiosi sono rimasti con più domande che risposte.
La svolta è arrivata solo di recente, quando due nuovi reperti, un omero e uno scheletro quasi completo di un esemplare giovane, hanno permesso di rimettere insieme i pezzi. Letteralmente. Il risultato? Un’identificazione ufficiale: si trattava di una specie del tutto nuova, un elasmosauride mai visto prima, ribattezzato Traskasaura sandrae.

Un predatore incredibile
Cosa rende questo animale così fuori dal comune? Come riportato dallo studio, era enorme: dodici metri di lunghezza circa, un collo formato da oltre cinquanta vertebre e una mascella che, a quanto pare, era perfetta per schiacciare gusci. Diciamo che non non si accontentava certo di prede tenere. Ma la vera sorpresa riguarda il suo stile di caccia: a differenza degli altri elasmosauridi, che tendevano ad attaccare lateralmente o dal basso, il Traskasaura si muoveva… dall’alto.
Ma c’è dell’altro. Le sue pinne, secondo gli autori dello studio, avevano una forma insolita, paragonabile alle ali di un aereo rovesciato. E questo, unito alla sua anatomia generale, suggerisce un adattamento evolutivo molto particolare: l’obiettivo era evidentemente quello di planare in modo controllato, puntare la preda con precisione e colpire prima che potesse scappare (Fonte: O’Keefe et al., 2025).