Tumori, la cura definitiva arriva dal mare | Il cetriolo di mare salverà tutti: ma lo Stato deve cambiare le Leggi

Cura contro i tumori cetriolo di mare (Canva foto) - www.marinecue.it
Il cetriolo di mare e la promessa contro il cancro: la rivoluzione silenziosa del mondo sommerso, la scoperta sorprendente.
Non tutti gli esseri viventi che popolano gli abissi sono spettacolari o inquietanti. Alcuni, al contrario, si presentano in forme semplici, quasi anonime. Ma dietro quell’aspetto modesto possono celarsi segreti straordinari, destinati a cambiare la medicina. Negli ultimi anni, l’interesse verso la fauna marina è aumentato proprio per il potenziale terapeutico delle sue creature più insolite.
In questo scenario, una figura inaspettata ha cominciato a emergere con forza. Si tratta di un animale che “pulsa” lentamente sul fondale, impegnato a filtrare la sabbia: il cetriolo di mare. Considerato per secoli una curiosità marina o una prelibatezza asiatica, oggi assume tutt’altro significato alla luce di alcune ricerche scientifiche condotte tra gli Stati Uniti e l’Europa.
Le acque dove si muovono le oloturie – questo il loro nome scientifico – potrebbero celare qualcosa di più prezioso del corallo o del plancton. Gli studiosi si sono accorti che questi organismi producono composti chimici straordinariamente complessi. La loro struttura, difficilmente replicabile nei laboratori, potrebbe essere la chiave per trattare alcune delle patologie più temute al mondo.
Ma tra la scoperta scientifica e l’applicazione terapeutica esiste un divario. Un vuoto da colmare, spesso pieno di ostacoli legislativi e ambientali. Ed è proprio qui che la vicenda si intreccia con un’urgenza tutta italiana.
Una scoperta marina con implicazioni mediche
Uno studio pubblicato sulla rivista Glycobiology ha portato alla luce il ruolo del solfato di condroitina fucosilato, un particolare zucchero marino estratto dalla specie Holothuria floridana, nella inibizione dell’enzima Sulf-2, associato alla progressione di diversi tumori. Il composto agisce senza alterare la coagulazione del sangue, evitando effetti collaterali gravi, a differenza di altri inibitori.
Secondo la dottoressa Marwa Farrag, che ha guidato il team delle università del Mississippi, Georgetown e Ole Miss, gli organismi marini offrono strutture biochimiche uniche, quasi introvabili nei vertebrati terrestri. “Se riusciamo a bloccare questo enzima, in teoria possiamo fermare la diffusione del cancro”, ha spiegato Vitor Pomin. Lo studio ha anche individuato nei cetrioli di mare altre sostanze attive, come le saponine e i glucosidi terpenoidi.

La legge italiana frena la sperimentazione
Tuttavia, come ricorda anche SFP Versilia, in Italia i cetrioli di mare sono specie protetta e soggetta a norme molto rigide. La raccolta è vietata in quasi tutto il Paese, se non per fini scientifici. Mentre il mercato asiatico continua a spingere la domanda – legale e illegale – la ricerca italiana rischia di restare bloccata da limiti burocratici e ambientali. Gli scienziati sottolineano la necessità di sviluppare tecniche di sintesi artificiale del composto per evitare lo sfruttamento indiscriminato dell’animale.
Ma fino a quando queste soluzioni non saranno pronte, la scienza e la legislazione dovranno dialogare. Perché la possibilità di una cura non resti impigliata nelle reti del fondo marino.