A oltre mille metri di profondità si nascondevano due tesori inestimabili | Scoperto due relitti con i loro carichi ben conservati

Relitto

Scoperta relitto nel fondale marino (Canva foto) - www.marinecue.it

A 1.500 metri sotto il livello del mare, riaffiora un frammento dimenticato della Via della Seta marittima.

Nel silenzio immobile dei fondali oceanici, dove la luce non penetra e il tempo sembra essersi fermato, qualcosa di straordinario stava aspettando di essere ritrovato. Per secoli, il mare ha protetto i suoi segreti con una pressione schiacciante e un’oscurità assoluta, celando storie che solo la pazienza e la tecnologia moderna possono riportare alla luce.

Le profondità del Mar Cinese Meridionale non sono mai state semplici da esplorare. La loro conformazione complessa, unita all’inaccessibilità naturale, ha reso questi abissi una sorta di archivio sommerso, dove la storia si deposita strato dopo strato. Ed è proprio in uno di questi strati che si nascondeva qualcosa che nessuno si aspettava di trovare in condizioni tanto perfette.

Non si tratta solo di una scoperta archeologica, ma di un salto indietro nei secoli, una sorta di capsula temporale che conserva intatti i segni di un’antica civiltà. I fondali non hanno restituito solo oggetti, ma testimonianze preziose di rotte commerciali, stili di vita, tecniche artigianali. In un’epoca dove quasi tutto può essere replicato, l’autenticità di ciò che emerge dal mare ha un valore incalcolabile.

È come se quelle navi, nel loro ultimo viaggio, avessero portato con sé l’anima di un’epoca. E ora, dopo secoli di oblio, quelle anime sono tornate in superficie per raccontare ciò che la storia ufficiale aveva tralasciato.

Il recupero più profondo della storia archeologica cinese

L’impresa è stata coordinata dall’Amministrazione Nazionale del Patrimonio Culturale Cinese, in collaborazione con l’Università Oceanica di Shanghai e l’Istituto di Ingegneria dei Sistemi Marini. Un lavoro durato oltre un anno, con immersioni telecomandate e l’impiego di bracci robotici di precisione, capsule pressurizzate e telecamere 4K. I relitti sono stati individuati a 1.500 metri di profondità, sul pendio nord-occidentale del Mar Cinese Meridionale.

Lì giacevano due imbarcazioni appartenenti al periodo della dinastia Ming, precisamente databili al 1368 e al 1644. Come riporta SFP Versilia, sono stati recuperati 928 reperti archeologici, molti dei quali in condizioni impeccabili: porcellane smaltate, vasi, monete di rame, legni finemente intagliati e materiali esotici.

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Relitto fondale marino (Canva foto) – www.marinecue.it

Due navi, un solo messaggio dal passato

Questi ritrovamenti riscrivono la storia del commercio marittimo dell’Impero cinese. I carichi indicano rotte alternative lungo la Via della Seta, sconosciute fino ad oggi, e confermano uno scambio più variegato del previsto, che comprendeva non solo seta e spezie, ma anche oggetti quotidiani, metalli preziosi e fauna marina.

Dopo un’accurata stabilizzazione chimica, i pezzi verranno digitalizzati in 3D ed esposti in mostre itineranti internazionali entro la fine del 2025. Intanto, una banca dati accessibile alle università di tutto il mondo permetterà lo studio di ogni reperto. Il mare ha restituito due tesori, ma il vero viaggio, quello della conoscenza, è appena cominciato.