Dopo 250 anni riemerge dai fondali una nave leggendaria | La prima ad arrivare in Nuova Zelanda: svelato il mistero della sua sparizione

Questa leggendaria nave trovata nei fondali marini (YouTube Foto) - www.marinecue.it
Negli abissi del tempo, dove la storia si confonde con la leggenda, giacciono i resti di imprese dimenticate e rotte spezzate.
È qui, tra sedimenti e silenzio, che spesso riaffiorano le verità più sorprendenti, celate per secoli dalla pazienza del mare. Ma quali scoperte sono state fatte ultimamente?
Nel cuore dell’archeologia moderna, le tecnologie digitali stanno compiendo un’opera straordinaria: dare voce a relitti muti, restituendo nomi e volti a navi scomparse. I fondali oceanici, da scenario di tragedie antiche, si trasformano così in archivi viventi della nostra memoria collettiva.
Eppure, non sempre i tesori più preziosi si rivelano a chi li cerca. Ci vogliono costanza, studio, e un certo grado di ossessione. Alcuni misteri resistono per generazioni, nutrendosi di ipotesi, mappe sbiadite e frammenti di legno corrosi dal sale.
Ma ogni tanto, quando tutte le tessere trovano il loro posto, anche il più elusivo dei relitti può uscire dall’ombra. E quando questo accade, la storia si riscrive — con millimetri, legni e silenzi che parlano più di mille parole.
Quando tutto combacia
Secondo quanto riportato da The Sun il 16 giugno 2025, il celebre enigma legato alla scomparsa dell’HMS Endeavour, la nave che portò James Cook alla scoperta delle coste orientali australiane e alla circumnavigazione della Nuova Zelanda, sembra finalmente risolto. Il relitto identificato come RI 2394, sommerso al largo di Newport Harbour (Rhode Island, USA), corrisponderebbe alla storica imbarcazione britannica.
L’annuncio arriva dall’Australian National Maritime Museum, che ha guidato un’indagine durata ben 25 anni, basata su comparazioni tecniche con disegni d’epoca, rilievi subacquei in 3D e analisi dendrocronologiche del legname. “Le dimensioni delle travi coincidono al millimetro con quelle dell’Endeavour”, ha spiegato l’archeologo Kieran Hosty, aggiungendo che anche un elemento strutturale molto raro — lo stem scarf, un tipo di giuntura di prua — è risultato “identico, assolutamente identico” a quello documentato nel 1768.

Una nave dai molti volti
Quello che oggi viene celebrato come un ritrovamento epocale, però, è il frutto di una storia fatta di trasformazioni e oblii. Dopo i suoi viaggi leggendari, la nave fu venduta, ribattezzata Lord Sandwich, e intenzionalmente affondata nel 1778 durante la guerra d’indipendenza americana, per creare una barriera navale contro l’ingresso delle navi francesi. Prima dello scuttling, tutto ciò che poteva avere valore fu rimosso, lasciando uno scheletro ligneo difficile da identificare.
Non tutti gli studiosi si dicono convinti: il Rhode Island Marine Archaeology Project definisce la conferma “prematura”, invitando a ulteriori cautele. Eppure, la somma dei dati raccolti non lascia molto spazio al dubbio: il DNA costruttivo del relitto parla britannico, le proporzioni combaciano, e l’identità sembra finalmente uscita dal buio. Resta ora il compito più difficile: decidere come proteggere i resti della nave che — pur senza saperlo — aveva cambiato per sempre il volto di due continenti.