Allerta nel Golfo per l’invasione si una specie di medusa pericolosa | A Trieste è panico totale: addio mare

Allarme meduse a Trieste (Canva FOTO) - marinecue.it
Meduse dai lunghi filamenti nel Golfo di Trieste: cresce l’allerta tra i bagnanti. Scopro cosa sta succedendo.
Sulle coste del nord Adriatico, l’estate si apre con un nuovo elemento di incertezza. Il mare, da sempre rifugio per chi cerca refrigerio e relax, mostra oggi un volto diverso, più inquieto. Gli avvistamenti in superficie, per quanto rari e fugaci, stanno creando un’onda di preoccupazione difficile da ignorare.
In spiaggia, tra chi osserva l’orizzonte e chi scruta i fondali con maschera e boccaglio, c’è un senso di attenzione silenziosa. I racconti si rincorrono, tra post sui social e segnalazioni via app. Non è tanto la quantità, quanto la forma a inquietare: corpi trasparenti e campane pulsanti, ma soprattutto filamenti lunghissimi, mai visti prima in questa misura.
Alcuni li scambiano per alghe, altri per fili trasportati dalla corrente. Ma quando l’acqua si increspa e le braccia ondeggiano, si intuisce che quelle presenze sono tutt’altro che inoffensive. I più esperti parlano subito di meduse, ma non come le altre: qualcosa di più esteso, più mobile, più difficile da evitare anche per chi resta vicino a riva.
Lungo le Rive e nel tratto tra Barcola e Miramare, le conversazioni si sono fatte più caute. I gestori degli stabilimenti balneari raccontano di clienti titubanti, bambini rimasti a giocare sulla sabbia, e nuotatori che preferiscono non allontanarsi troppo dalla battigia. Un panorama estivo insolito, che per ora lascia aperte solo domande.
L’analisi degli esperti e il ruolo del cambiamento climatico
Secondo l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), la specie in questione è la Chrysaora hysoscella, già nota nel Golfo di Trieste ma oggi osservata in una forma particolarmente sviluppata nelle sue “braccia orali”, spesso confuse con tentacoli. Come ha spiegato la ricercatrice Valentina Tirelli, le dimensioni insolitamente estese di queste strutture stanno attirando l’attenzione del mondo scientifico, che ha avviato studi congiunti con l’Università di Trieste e l’acquario di Pirano.
Il riscaldamento delle acque e la diminuzione dei predatori naturali come le tartarughe e alcuni pesci stanno favorendo il proliferare di questa e altre specie di meduse. Il Golfo, già caldo di suo, sta diventando un ambiente ideale per la riproduzione, trasformando un problema ecologico in una questione di sicurezza per i bagnanti.

Panico e segnalazioni tra i cittadini: Trieste guarda il mare con sospetto
Come riportato da Trieste All News, le segnalazioni dei cittadini si sono moltiplicate, alimentando un clima di preoccupazione diffusa. Molti dei nuovi avvistamenti riguardano esemplari di piccole dimensioni ma con filamenti molto lunghi, potenzialmente urticanti e difficili da individuare in acqua. La loro presenza, ormai continua da diversi giorni, ha innescato una reazione immediata sui social, dove si condividono foto e video con l’intento di avvertire gli altri.
Le autorità consigliano di evitare il contatto con questi organismi e in caso di avvistamento di utilizzare l’app avvistAPP per inviare segnalazioni e contribuire al monitoraggio.