Tonni, nel Mediterraneo è una catastrofe | Il rischio è altissimo: hanno appena lanciato l’allarme

Illustrazione di un tonno (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di un tonno (Canva FOTO) - marinecue.it

I pesci sono in pericolo, e presto la situazione potrebbe complicarsi. Il Mar Mediterraneo è in pericolo e bisogna agire.

Il tonno è uno degli abitanti più affascinanti e potenti del mondo marino. Alcune specie, come il tonno rosso, raggiungono dimensioni impressionanti e riescono a percorrere migliaia di chilometri durante le migrazioni.

Vivono in acque aperte e sono perfettamente adattati alla vita in movimento continuo. Dotati di una struttura muscolare sviluppatissima e di un metabolismo elevato, i tonni sono tra i pesci più veloci in assoluto.

Alcuni riescono a superare i 70 km/h, sfruttando il corpo affusolato e le pinne rigide. Una caratteristica unica è la capacità di mantenere il sangue più caldo dell’acqua circostante, cosa molto rara tra i pesci.

Sono predatori eccezionali: si nutrono di pesci più piccoli, crostacei e calamari, ma a loro volta sono anche tra le specie più bersagliate dalla pesca industriale. Il tonno pinna gialla e il tonno rosso, in particolare, sono al centro di un commercio globale che ha raggiunto livelli altissimi.

Una situazione particolare

A volte la natura sorprende con i suoi equilibri capovolti. Per anni si è parlato della scomparsa dei tonni dal Mediterraneo, della pesca intensiva, delle quote. Poi, in un decennio appena, la tendenza si è ribaltata. I tonni sono tornati, e non in punta di pinna: parliamo di numeri triplicati, un autentico boom, tanto che oggi sono una presenza fissa e massiccia nei nostri mari. Una di quelle inversioni di rotta che fanno riflettere.

Secondo Federpesca, che si è basata su dati della FAO, il tonno rosso in particolare ha vissuto una crescita esponenziale. Una vera folla affamata, verrebbe da dire. Ogni individuo adulto può mangiare anche 40 kg di pesce al giorno, l’equivalente del 10% del proprio peso. E se si moltiplica questa cifra per migliaia di esemplari, si ottiene un’immagine chiara: enormi predatori in cerca continua di cibo, soprattutto acciughe, sardine, totani (Fonte: cronachenuoresi.it).

Illustrazione di alcuni tonni (Canva FOTO) - marinecue.it
Illustrazione di alcuni tonni (Canva FOTO) – marinecue.it

Cosa sta succedendo?

Ma dietro questa esplosione numerica si nasconde un effetto domino tutt’altro che trascurabile. Il tonno, in fondo, non si limita a occupare spazio: consuma risorse. E le specie più piccole, quelle che già faticano tra cambiamenti climatici e pesca eccessiva, rischiano ora anche la concorrenza con questi super-predatori. I pescatori siciliani, ad esempio, hanno notato un calo nelle catture di pesce azzurro e un aumento anomalo di razze e palombi nelle reti, spesso finite per sbaglio. È un segnale, forse. Un’eco di uno squilibrio che si sta formando, silenziosamente.

La verità è che le regole pensate per salvare il tonno hanno funzionato. Ora però si pone un nuovo problema: gestire l’impatto che questa “rinascita” ha sul resto dell’ecosistema. Federpesca chiede di investire di più nella ricerca, per comprendere meglio la situazione e valutare soluzioni efficaci. Qualcuno ha persino evocato la possibilità di controlli biologici, o contenimenti selettivi, come avviene con i cinghiali (Fonte: cronachenuoresi.it).