Scoperta archeologica sorprendente | I migliori marinai di sempre vivevano qui 35000 anni fa: usavano tecnologie avanzatissime

Reperti di marinai (Depositphotos FOTO) - marinecue.it
Ecco una nuova scoperta archeologica che ha riportato in vita le tecnologie di marinai di molte migliaia di anni fa.
L’archeologia marina è una branca affascinante dell’archeologia che si occupa dello studio dei reperti e dei siti storici sommersi nei mari, laghi e fiumi. Questo settore permette di riscoprire antiche civiltà, imbarcazioni, città sommerse e relitti, offrendo una finestra unica sul passato e sulle attività umane legate al mare.
Grazie alle tecnologie moderne come il sonar, i robot subacquei e le immersioni con attrezzature avanzate, gli archeologi riescono a esplorare fondali altrimenti inaccessibili e a recuperare preziosi testimonianze storiche. L’archeologia marina non solo aiuta a ricostruire la storia della navigazione, del commercio e della vita quotidiana delle popolazioni antiche, ma contribuisce anche alla tutela del patrimonio culturale sommerso.
La conservazione dei reperti richiede metodi specifici per evitare il degrado una volta portati in superficie. Inoltre, questo campo di ricerca promuove la collaborazione internazionale per proteggere siti archeologici dai saccheggi e dall’inquinamento, sottolineando l’importanza di salvaguardare queste testimonianze per le future generazioni.
Un aspetto particolarmente interessante dell’archeologia marina è il recupero e lo studio dei relitti di navi antiche, che spesso custodiscono carichi preziosi come ceramiche, metalli, monete e manufatti d’arte. Questi ritrovamenti non solo raccontano le rotte commerciali e i contatti culturali tra popoli diversi, ma permettono anche di capire meglio le tecniche di costruzione navale.
Misteri sommersi
Ogni relitto rappresenta una vera e propria capsula del tempo, capace di fornire informazioni uniche e dettagliate sulla storia economica, sociale e tecnologica delle civiltà sommerse sotto le onde. L’archeologia marina combina competenze scientifiche, tecnologiche e storiche per svelare misteri sommersi che da secoli giacevano nascosti sotto l’acqua.
Lo studio dei siti sommersi richiede grande precisione e attenzione per evitare di danneggiare fragili reperti che raccontano storie millenarie. La collaborazione tra archeologi, biologi marini e ingegneri è fondamentale per sviluppare nuove tecniche di esplorazione e conservazione dei patrimoni sommersi.

Una recente scoperta
Uno studio condotto dall’Università Ateneo de Manila ha rivelato che le Filippine ospitavano una civiltà marittima avanzata già oltre 35.000 anni fa. I reperti, tra cui strumenti realizzati con conchiglie, ossa e pietre, sono stati scoperti principalmente sull’isola di Mindoro e dimostrano che queste comunità preistoriche possedevano abilità di navigazione sofisticate, capaci di attraversare il mare aperto e di stabilire collegamenti culturali con isole lontane della regione del Sud-Est asiatico.
Questa ricerca, pubblicata su Archaeological Research in Asia, ha messo in luce una rete marittima preistorica che facilitava scambi culturali e tecnologici molto prima di quanto si pensasse. Le scoperte indicano che l’antico Homo sapiens filippino non solo praticava la pesca d’altura, ma condivideva idee e tecnologie con popolazioni distanti.