Calabria, bagnanti in fuga | Il mare all’improvviso è diventato completamente giallo: paura per le conseguenze

Illustrazione di un pericolo (Canva FOTO) - marinecue.it
I bagnanti in Calabria hanno assistito ad un fenomeno molto particolare. Ma cosa è successo esattamente sulle coste calabresi?
C’è un fenomeno curioso che ogni estate si ripete lungo le nostre coste: quello dei bagnanti in fuga. Non si tratta di un titolo da film catastrofico, ma di una scena sempre più frequente, dove turisti e residenti scappano in massa dalla spiaggia, spesso in preda al panico.
Le cause? Le più disparate: un’onda improvvisa, una tromba d’aria che si forma all’orizzonte, un avvistamento sospetto in mare — magari solo un pesce luna scambiato per uno squalo.
A volte basta poco per scatenare il caos. Un grido, un gesto frainteso, un video virale postato in tempo reale. In pochi secondi l’intera spiaggia si svuota, ombrelloni rovesciati, ciabatte abbandonate, bambini presi in braccio di corsa. È una fuga istintiva!
Il problema, però, non è solo l’allarmismo. È anche la mancanza di comunicazione, di segnaletica chiara, di personale preparato a gestire certe situazioni. In molte località, le spiagge sono affollate ma poco sorvegliate.
Un avvistamento particolare
Capita, passeggiando lungo la costa ionica calabrese, di vedere il mare punteggiato da strisce giallastre. Sembrano alghe? O magari schiuma? In realtà no. E non sono nemmeno residui inquinanti o scarichi industriali. A prima vista possono lasciare perplessi, soprattutto quando compaiono in massa e colorano la superficie marina con toni poco invitanti.
Negli ultimi anni il fenomeno si presenta sempre più spesso e, quel che è curioso, sempre più in anticipo rispetto alla stagione estiva vera e propria. Basta una giornata calda, magari già a fine primavera, e le prime segnalazioni cominciano a spuntare sui social: foto, video, commenti preoccupati. Ma la realtà è molto più tranquilla di quanto sembri, ed il colpevole è…il polline (Fonte: QuiCosenza).

Di che si tratta davvero
Secondo le analisi dell’ARPACAL, quelle strisce non sono altro che accumuli di polline, in particolare proveniente da pinacee. In pratica, i granuli prodotti dagli alberi soprattutto pini, che abbondano lungo le zone costiere vengono trasportati dal vento e finiscono in mare. Lì, sospinti dalle correnti, si aggregano e formano quelle chiazze giallo-ocra che tanto colpiscono l’occhio. Nessuna sostanza tossica, niente chimica industriale: solo natura che segue il suo corso.
Il polline, per quanto possa sembrare strano vederlo galleggiare in acqua, è del tutto innocuo per l’uomo e per l’ambiente. Ma il problema, più che scientifico, è percettivo. Molti bagnanti si allarmano perché il mare “non sembra pulito”. Succede spesso, anche se si tratta di un fenomeno naturale e ricorrente. Conoscerlo meglio può aiutare a evitare allarmi inutili, e magari anche a osservare con un po’ più di curiosità quello che il mare ci mostra (Fonte: QuiCosenza).