La risposta al riscaldamento dei mari arriva da Ischia | Le patelle sopravvivono a condizioni estreme: si parte da qui per aiutare le altre specie

Illustrazione di alcune patelle (Canva FOTO) - marinecue.it
Più il tempo passa e maggiori sono gli effetti del riscaldamento dei mari. Molte risposte arrivano proprio dalle patelle.
Il riscaldamento globale è uno dei problemi più gravi e urgenti che il pianeta si trovi ad affrontare. Deriva principalmente dall’aumento dei gas serra nell’atmosfera, causato dalle attività umane come l’uso di combustibili fossili, la deforestazione e l’agricoltura intensiva.
Le conseguenze sono già visibili: scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello del mare, ondate di calore sempre più intense e frequenti eventi climatici estremi, come uragani, incendi e alluvioni.
Tutto questo ha un impatto diretto anche sulla salute umana, sull’agricoltura, sulla disponibilità di acqua e sulla biodiversità. Molti ecosistemi rischiano di non sopravvivere ai cambiamenti troppo rapidi del clima.
Agire è ancora possibile, ma richiede scelte forti e coordinate: ridurre le emissioni, accelerare la transizione energetica e cambiare abitudini a livello globale. Il tempo per intervenire si sta riducendo.
Il mare che cambia sotto i nostri occhi
A volte la natura riesce a sorprenderci con esperimenti che sembrano usciti da un laboratorio, ma che in realtà si svolgono… da soli. È quello che sta succedendo nei fondali di Ischia, dove dei piccoli sfiati vulcanici rilasciano anidride carbonica, creando un ambiente marino molto simile a quello che potremmo avere tra qualche decennio a causa della crisi climatica. Una specie di “anticipazione” del futuro, senza bisogno di simulazioni artificiali.
In questo scenario unico, i ricercatori hanno trovato qualcosa di davvero curioso: le patelle, quei molluschi che si attaccano alle rocce e che molti riconoscono dalle vacanze al mare, non solo sopravvivono ma sembrano addirittura più in forma del normale. Crescono di più, accumulano più energia… insomma, sembrano adattarsi piuttosto bene. Una delle ipotesi è che questo succeda perché alcune alghe, di cui si nutrono, prosperano nell’acqua più acida, mentre i predatori invece no (Fonte: La Repubblica).

Una notizia non proprio positiva…
A Ischia, le patelle stanno offrendo agli scienziati uno spaccato inaspettato di come alcune specie marine potrebbero reagire all’acidificazione degli oceani. Nei fondali dell’isola, grazie alla presenza di sfiati vulcanici che rilasciano CO₂, l’acqua è naturalmente più acida: una condizione molto simile a quella che i mari affronteranno su scala globale entro fine secolo. In questo contesto, le patelle (Patella caerulea) non solo sopravvivono, ma crescono di più e accumulano più energia rispetto a quelle che vivono in acque normali (La Repubblica).
Secondo la ricerca pubblicata su Environmental Research, il motivo potrebbe essere un vantaggio ecologico temporaneo: più alghe disponibili come cibo, meno predatori e meno competizione (Signorini et al., 2025). Ma non tutto fila liscio. Questo adattamento, spiegano i ricercatori, ha un costo energetico elevato. Specie come la Patella rustica devono attivare difese antiossidanti e rinforzare le conchiglie per sopravvivere. Il problema è che, se si adattano troppo a un solo fattore di stress, in questo caso il pH acido, rischiano di essere più vulnerabili ad altri, come le ondate di calore o l’inquinamento (La Repubblica).