Dagli squali il segreto per essere immortali | Non ci si ammalerà più: ecco l’elisir di lunga vita

La risposta giace in loro (pixabay.com) - www.marinecue.it
Un’ indagine mette in luce elementi cruciali, fornendo spunti per la ricerca futura sull’allungamento della vita.
Mentre l’umanità è costantemente alla ricerca di nuovi modi per prolungare la propria esistenza e migliorare la qualità della vita, la natura stessa cela in sé le risposte per comprendere meccanismi biologici straordinari.
L’idea che esista un “fossile vivente” ci conduce verso un passato lontano, in epoche in cui il pianeta era modellato da forze primordiali.
Ed è proprio in uno di questi esseri, un autentico sopravvissuto delle varie ere geologiche, che i ricercatori stanno ora scoprendo indizi fondamentali.
La sua capacità di vivere per secoli suggerisce l’esistenza di processi biologici distintivi che potrebbero cambiare radicalmente la nostra comprensione dell’invecchiamento.
Il segreto dell’immortalità
Lo squalo della Groenlandia è riconosciuto come il vertebrato più longevo conosciuto. Come riportato da Esquire Italia, l’esemplare più vecchio mai registrato è stato stimato essere nato addirittura nel 1505, un periodo in cui, come notato, Ludovico Ariosto stava lavorando alla prima versione dell’Orlando Furioso! In questo senso, una nuova analisi condotta sul DNA di questo esemplare ha fornito elementi fondamentali, avvicinando gli scienziati alla comprensione dei meccanismi biologici che consentono di raggiungere tali età venerande.
La prima mappa dettagliata del genoma dello squalo della Groenlandia, sviluppata da un team di studiosi guidati dall’Università di Tokyo, ha rivelato tratti genetici sorprendenti. Come sottolineato dalla fonte, sono stati individuati geni che, secondo i ricercatori, offrono protezione contro il cancro, diminuiscono l’infiammazione e favoriscono la riparazione del DNA! I campioni di tessuto analizzati sono stati prelevati da una squalo femmina, prima che l’animale venisse rimesso in libertà. Grazie a una tecnologia di sequenziamento ad alta fedeltà, il gruppo di ricercatori è riuscito a determinare l‘86,5% del genoma responsabile della codifica delle proteine.

Le opinioni degli studiosi
Anche per i geni coinvolti nella segnalazione NF-κB, un’importante via molecolare legata al mantenimento dell’integrità cellulare e alla riduzione dell’infiammazione, è stata osservata una simile abbondanza. Inoltre, le mutazioni nei geni associati al blocco della crescita e della diffusione del cancro sembrano avere un ruolo notevole nella longevità di questo animale marino, rispetto ad altre specie con prospettive di vita più brevi.
Per il progresso della ricerca, gli scienziati auspicano ulteriori studi. “La ricerca futura dovrebbe comportare il sequenziamento di più individui da varie regioni marine per chiarire le dinamiche della popolazione globale in modo più dettagliato“, spiegano. “L’assemblaggio del genoma che abbiamo costruito servirà senza dubbio come sequenza di riferimento cruciale per studi futuri“.