Bayesian, il veliero della morte | A distanza di tempo si continua a morire: c’è una vera e propria maledizione

Illustrazione di un relitto (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di un relitto (Canva FOTO) - marinecue.it

Il veliero fa parlare ancora di sé, e le notizie non sono proprio positive. Cosa sta succedendo esattamente?

Navi e maledizioni: un’accoppiata che attraversa secoli di storia e superstizione. Dalle barche dei pirati alle moderne petroliere, il mare ha sempre alimentato racconti di sfortuna, incidenti inspiegabili e leggende oscure legate ad alcune imbarcazioni.

Un esempio celebre è quello del Titanic, la nave “inaffondabile” affondata nel suo viaggio inaugurale. Molti lo hanno interpretato come un castigo per l’arroganza dell’uomo contro la natura. E non mancano storie simili anche nella marina militare, con navi che sembrano “portare sfortuna” ai loro equipaggi fin dalla costruzione.

C’è poi il caso della Mary Celeste, trovata alla deriva nel 1872 senza nessuno a bordo, ma in perfette condizioni. Ancora oggi il suo mistero alimenta teorie tra il paranormale e il complottismo. E alcuni velieri abbandonati, come il Flying Dutchman, sono entrati nel folklore come navi fantasma eterne, simboli di una condanna senza fine.

Molte di queste storie nascono da eventi reali, ma si intrecciano con la paura dell’ignoto e con l’immensità del mare, che da sempre sfugge al pieno controllo umano. In fondo, attribuire una maledizione a una nave è anche un modo per dare un senso a ciò che, razionalmente, non riusciamo a spiegare.

Un relitto e una storia che non torna

La Bayesian era uno yacht di lusso, costruito per solcare il Mediterraneo con eleganza e silenzio. E invece, il suo nome oggi rimbalza tra giornali e inchieste giudiziarie. È affondata il 19 agosto 2024 davanti a Porticello, in provincia di Palermo, portando con sé sette vite. Ma la sensazione che qualcosa non quadri. Perché la barca è stata ritrovata, mesi dopo, a una cinquantina di metri di profondità, con l’albero spezzato, ma il portellone chiuso. Non aperto, come si pensava all’inizio (Fonte: Oggi).

Se il portellone era chiuso, allora forse non è entrata acqua da lì. Se lo scafo è intero, allora cos’altro può aver causato l’affondamento? Le ipotesi restano tante: un evento meteo estremo, un errore umano, un cedimento strutturale. Un’indagine commissionata dal Regno Unito parlava di vulnerabilità legate al vento con pinna retratta e vele chiuse. Ma nulla di tutto ciò era nel manuale tecnico. Dettagli non da poco (Oggi.it)

Illustrazione dello Bayesian (Wikipedia Sfischer FOTO) - marinecue.it
Illustrazione dello Bayesian (Wikipedia Sfischer FOTO) – marinecue.it

Cos’è successo esattamente?

Come se non bastasse, durante le operazioni di recupero è successa un’altra tragedia. Rob Cornelis Maria Huijben Uiben, sommozzatore olandese di 39 anni, è morto mentre lavorava sul relitto )Fonte: Oggi). Stava usando una fiamma ossidrica per tagliare il boma, quando qualcosa è esploso. Forse un pezzo metallico sotto pressione, o un altro elemento non ancora identificato.

Il colpo è stato fatale. Un’altra vita spezzata, l’ottava, che ha fatto scattare l’allarme. La Procura di Termini Imerese ha sospeso temporaneamente le operazioni per vederci chiaro, e intanto cresce la sensazione di essere davanti a un caso sempre più cupo.