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Una strana oscurità si diffonde negli oceani: la zona fotica si restringe, minacciata la vita marina

Negli ultimi anni, il nostro pianeta ha cominciato a mostrare segnali sempre più evidenti di un equilibrio che vacilla.

Alcuni di questi segnali sono spettacolari e immediati — uragani, incendi, alluvioni — ma altri si muovono in silenzio, modificando lentamente le fondamenta invisibili degli ecosistemi.

Molti di questi cambiamenti si verificano lontano dagli occhi della maggior parte delle persone, in ambienti che appaiono immutabili solo perché non li osserviamo da vicino. Eppure, anche in quei luoghi remoti, gli effetti delle attività umane e del riscaldamento globale sono sempre più tangibili.

Oceani, foreste, ghiacciai: ogni componente del sistema Terra reagisce in modo diverso agli stress ambientali. Spesso le conseguenze emergono con ritardo, ma quando lo fanno, i loro effetti si propagano ben oltre i confini del luogo in cui sono iniziati.

Comprendere questi segnali deboli e dare loro il giusto peso è essenziale, perché si tratta di trasformazioni che influenzano direttamente la nostra sicurezza alimentare, la qualità dell’aria e la stabilità climatica.

Una trasformazione silenziosa sotto la superficie

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Global Change Biology e riportato da Futurism (Landymore, 2025), circa il 21% degli oceani del mondo ha registrato un significativo calo della profondità della zona fotica, lo strato superiore dell’acqua in cui penetra la luce solare. In alcune aree, la riduzione ha superato i 100 metri in appena vent’anni.

Questa fascia di mare è essenziale per la vita marina: ospita il fitoplancton — responsabile di circa la metà dell’ossigeno che respiriamo — e costituisce l’ambiente vitale per la maggior parte degli organismi acquatici. La perdita di luce in queste zone oscura non solo le acque, ma anche le prospettive di sopravvivenza per molti ecosistemi marini.

Una strana oscurità arriva nelloceano (Freepik Foto) – www.marinecue.it

Conseguenze che ci riguardano da vicino

Gli scienziati autori dello studio, tra cui Thomas Davies (Università di Plymouth) e Tim Smyth (Università di Exeter), ipotizzano che a causare questo oscuramento non siano solo i sedimenti costieri o l’inquinamento visibile, ma anche fattori più ampi come i cambiamenti nella circolazione oceanica globale e nella composizione del plancton, particolarmente evidenti nelle regioni polari.

Questo fenomeno mette a rischio la funzione degli oceani come regolatori climatici: meno luce significa meno fotosintesi, e quindi una riduzione nella capacità di assorbire CO₂. In pratica, se la zona fotica continua a restringersi, la capacità dell’oceano di contrastare il cambiamento climatico diminuirà drasticamente. Una minaccia nascosta che si insinua proprio dove il mare sembrava ancora infinito. I misteri del mare sono sempre tanti, imprevisti e imprevedibili, ma spesso svelano lo stato di salute del pianeta.

Sveva Di Palma

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