Hanno scoperto due nuovi squali | Sulla loro colonna vertebrale hanno la barba: non si vedeva da centinaia di milioni di anni

Illustrazione di alcuni nuovi squali (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di alcuni nuovi squali (Canva FOTO) - marinecue.it

Questi nuovi squali hanno lasciato i ricercatori a bocca aperta. Presentano caratteri antichissimi, soprattutto verso la colonna vertebrale.

Gli squali sono tra le creature marine più affascinanti e misteriose, e ogni nuova scoperta su di loro ci fa capire quanto ancora ci sia da imparare. Nonostante siano studiati da decenni, spesso spuntano fuori specie sconosciute o comportamenti mai osservati prima.

Negli ultimi anni, grazie a tecnologie come i droni sottomarini e il monitoraggio via satellite, i ricercatori hanno scoperto squali che vivono a profondità estreme o che percorrono migliaia di chilometri durante le migrazioni. 

Ci sono state anche scoperte sorprendenti di nuove specie, come piccoli squali bioluminescenti che brillano nel buio degli abissi, o squali che si muovono “a passeggio” sul fondale grazie a pinne speciali

In definitiva, gli squali non sono solo predatori temibili: sono anche chiavi fondamentali per comprendere l’equilibrio degli oceani. Studiarli aiuta a proteggere l’intero ecosistema marino. 

Quando i mostri tornano dalle profondità…

Ci sono posti che sembrano usciti da un libro di avventure, e la Mammoth Cave, negli Stati Uniti, è uno di questi. È la grotta più lunga del mondo, con oltre 676 chilometri di gallerie, cunicoli, camere e chissà cos’altro ancora. Ma non è solo lunga, è anche un luogo incredibilmente ricco di sorprese, tra rocce scolpite dal tempo, pipistrelli, pesci ciechi e… squali. Sì, proprio squali. Anche se fossili, ovviamente. 

I loro nomi sono Troglocladodus trimblei e Glikmanius careforum e arrivano dritti da un’epoca antichissima: circa 325 milioni di anni fa. Sono stati ritrovati nei pressi della Mammoth Cave, nel Kentucky, e anche nel nord dell’Alabama, dentro rocce che un tempo facevano parte di un antico mare. I ricercatori hanno raccolto i resti grazie a un progetto chiamato Paleontological Resource Inventory, pensato per mappare i fossili nascosti nei parchi nazionali americani.

Illustrazione degli squali (Benji Paynose. FOTO) - marinecue.it
Illustrazione degli squali (Benji Paynose. FOTO) – marinecue.it

Predatori formidabili!

A guardare le ricostruzioni, come riportato da nps.gov, questi squali non erano affatto piccoli: lunghi tra i 3 e i 3,6 metri, erano predatori di tutto rispetto. Il Troglocladodus, per esempio, aveva dei denti strani, biforcuti, perfetti per arpionare le prede. L’altro, il Glikmanius careforum, era ancora più tosto: un morso potente e dieta variegata, che includeva altri squali, pesci ossei e anche ortoconi, quegli antichi molluschi con il guscio lungo, simili ai calamari con l’elmetto, diciamo così. Secondo gli studiosi, si comportavano un po’ come gli squali limone o grigi di oggi: predatori agili, probabilmente abituati a muoversi lungo le coste.

Il contesto geologico dice molto: i fossili sono stati ritrovati in formazioni rocciose appartenenti a quella che una volta era una via marittima interna, un collegamento tra Nord America, Europa e Nord Africa. Una rotta scomparsa con la formazione del supercontinente Pangea, quando le placche continentali si sono scontrate e tutto il paesaggio è cambiato per sempre.