Atlantico, una scoperta rivoluziona tutto | È più antico di quanto si pensasse: lo dimostrano queste onde di fango altissimo

Onde anomale, queste vi sconvolgeranno (YouTube Foto) - www.marinecue.it
Una straordinaria scoperta nell’Atlantico profondo riscrive la storia della formazione oceanica e i suoi legami con il clima antico.
Nascosto nelle profondità insondabili dell’oceano, il fondale marino continua a custodire segreti geologici che, una volta svelati, possono riscrivere capitoli interi della storia del nostro pianeta.
Tra le pieghe del tempo geologico, si celano indizi cruciali sulla formazione dei continenti e sulle dinamiche climatiche che hanno plasmato la Terra milioni di anni fa.
Recentemente, un team di ricercatori ha fatto una scoperta che sta rivoluzionando la nostra comprensione di uno degli oceani più vasti e studiati: l’Atlantico. Non si tratta di relitti o formazioni rocciose note, bensì di qualcosa di molto più antico e monumentale, capace di fornire nuove prove sulle tempistiche di eventi geologici cruciali.
Questi “reperti”, invisibili a occhio nudo e sepolti sotto chilometri di acqua e sedimenti, hanno un’altezza sorprendente e rivelano processi geologici e climatici che hanno influenzato la vita sul nostro pianeta ben prima dell’avvento dell’uomo.
Onde di fango giganti e la “Porta Equatoriale dell’Atlantico”
Alcuni ricercatori hanno portato alla luce enormi onde fossili di fango, sepolte a oltre 1.000 metri sotto il fondo oceanico, al largo delle coste della Guinea-Bissau, nell’Africa occidentale. Queste colossali formazioni, chiamate onde di sedimenti o “drift di contouriti”, misurano fino a 300 metri di altezza (come la Torre Eiffel) e oltre un chilometro di lunghezza. Sono state individuate grazie a dati sismici incrociati con carotaggi risalenti agli anni ’70, ma la loro importanza è stata compresa solo di recente attraverso uno studio pubblicato su Global and Planetary Change.
Si sono formate nella Porta Equatoriale dell’Atlantico, un punto di congiunzione geologica tra l’Africa e il Sud America. Questa “porta” si è aperta durante la separazione dei continenti del supercontinente Gondwana, nel Mesozoico, quando i dinosauri dominavano la Terra. Finora, si riteneva che questa apertura decisiva dell’Atlantico risalisse a circa 113-83 milioni di anni fa. Tuttavia, le nuove analisi suggeriscono che la connessione marina abbia avuto inizio circa 117 milioni di anni fa.

La tettonica influenza il clima: una lezione dal passato
L’interesse di questa scoperta va oltre la geologia marina, rivelando un legame diretto tra i movimenti delle placche tettoniche, la circolazione oceanica e il clima globale. L’apertura della Porta Equatoriale avrebbe inizialmente contribuito a un riscaldamento climatico temporaneo, riducendo l’efficienza dello stoccaggio del carbonio nei bacini emergenti.
Comprendere come le circolazioni oceaniche del passato abbiano influenzato il clima è essenziale per anticipare gli effetti dei cambiamenti climatici attuali. Come sottolinea il ricercatore Uisdean Nicholson, uno degli autori dello studio: “Le correnti oceaniche svolgono un ruolo chiave nella regolazione delle temperature globali. Disturbi come quelli causati oggi dallo scioglimento delle calotte glaciali potrebbero avere conseguenze profonde”. Questa scoperta è un monito: i grandi equilibri planetari sono spesso regolati da meccanismi invisibili e profondi, e decifrarli offre alla scienza le chiavi per comprendere e, forse, attenuare i cambiamenti radicali che ci attendono.