Cuba, ritrovamento archeologico in mare | Dopo 6000 anni tornano alla luce delle piramidi: alla scoperta della civiltà perduta

A Cuba tornano alla luce le piramidi - Marinecue.it (DepositPhoto)
Grandissimo ritrovamento archeologico a Cuba. Dopo 6000 anni sono tornate alla luce delle piramidi: c’entra una civiltà perduta.
Cuba attira ogni anno milioni di turisti grazie al suo mix unico di storia, cultura e paesaggi naturali mozzafiato. L’isola caraibica offre un viaggio nel tempo con le sue città coloniali perfettamente conservate, come L’Avana e Trinidad, dove le auto d’epoca e l’architettura del passato raccontano ancora l’epoca pre-rivoluzionaria.
La vita quotidiana cubana, ricca di musica, colori e socialità, rappresenta per molti viaggiatori un’esperienza autentica, lontana dalle mete turistiche più commerciali. A questo si aggiunge il fascino della sua storia politica, che continua a incuriosire i visitatori di tutto il mondo. Il clima tropicale rende Cuba una meta ideale tutto l’anno, ma è soprattutto tra novembre e aprile, durante la stagione secca, che l’isola vive il suo picco turistico.
Le spiagge bianche e il mare cristallino, in particolare quelle di Varadero, Cayo Coco e Cayo Largo, sono tra le più belle dei Caraibi e costituiscono una delle principali attrazioni per chi cerca relax e natura. Secondo i dati ufficiali del Ministero del Turismo cubano, il turismo balneare è una delle principali motivazioni di viaggio verso l’isola.
Anche l’offerta culturale gioca un ruolo decisivo. La musica cubana è una componente fondamentale dell’identità locale, celebrata nei bar, nelle strade e nei festival. Cuba ospita inoltre numerosi eventi culturali e cinematografici di rilevanza internazionale, come il Festival del Nuevo Cine Latinoamericano. Ora però proprio nell’isola cubana è venuta a galla una grande scoperta archeologica.
Cuba, tornano a galla le Piramidi: l’ultima scoperta sensazionale
Nel 2001 al largo della costa occidentale di Cuba una scoperta straordinaria ha catturato l’attenzione di scienziati e appassionati di tutto il mondo. Grazie a un sonar, i ricercatori Paulina Zalitzki e Paul Weinzweig hanno individuato sul fondale marino, a circa 650 metri di profondità, quelle che sembrano essere le rovine di un’antica città sommersa.
Tra queste strutture spiccano edifici, strade e persino costruzioni con la forma di piramidi, alcune lunghe fino a 400 metri e alte 40. L’età stimata di queste rovine supera i 6000 anni, rendendole precedenti sia alle piramidi egizie che alla civiltà Maya. Andiamo quindi a vedere tutti i dettagli di questa scoperta.

Le piramidi sorte a Cuba, la scoperta del 2000: cosa bisogna sapere
L’ipotesi che queste strutture siano opera umana ha suscitato numerose teorie, tra cui quella che la città fosse parte di una civiltà antica e misteriosa, forse perduta sotto le acque in seguito a movimenti della crosta terrestre. L’area di ritrovamento si trova vicino a un presunto “ponte di terra” lungo 150 km che un tempo collegava la penisola dello Yucatan con Cuba e che sarebbe sprofondato per cause geologiche.
Un punto centrale della discussione riguarda il modo in cui una città costruita sulla terraferma possa ora trovarsi a oltre 600 metri sotto il livello del mare. L’innalzamento del livello marino dopo l’ultima glaciazione non sarebbe sufficiente a giustificare una tale profondità, dato che le variazioni del mare in quell’epoca non superarono i 100 metri. Pertanto, gli esperti ipotizzano che la città possa essere stata sommersa in seguito a un improvviso spostamento della crosta terrestre.