La Cina pronta a stravolgere il mercato ittico | Addio ai salmoni dell’Alaska: li alleverà all’interno di una mega nave

Illustrazione del mercato ittico cinese (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione del mercato ittico cinese (Canva FOTO) - marinecue.it

La Cina vuole dominare dal punto di vista commerciale, ed ora sta puntando al mercato ittico. Molti prodotti spariranno dai supermercati.

Il mercato ittico sta attraversando un periodo di cambiamenti belli tosti. Tra crisi climatica, pesca eccessiva e nuove tecnologie, sta cambiando tutto: quello che si trova sui banchi del pesce, i prezzi e perfino le abitudini di consumo.

Alcune specie, tipo tonno e merluzzo, iniziano a scarseggiare o diventano più costose. Altre, meno “popolari” ma più sostenibili, iniziano a guadagnare terreno. E nel frattempo, aumentano i prodotti alternativi: pesce coltivato in laboratorio, alghe, surrogati vegetali… roba che fino a poco fa sembrava da fantascienza.

Anche l’origine del pesce conta sempre di più: i consumatori vogliono sapere da dove viene, se è stato pescato in modo etico, se è davvero “locale”. Questo ha spinto molte aziende a rivedere completamente la filiera, puntando su tracciabilità e certificazioni.

E poi c’è il mare che cambia. Le acque si scaldano, gli ecosistemi si spostano e i pesci con loro. Ci sono specie tropicali che iniziano a comparire nei nostri mari, e non tutti poi sono…commestibili.

Un cambio che fa male

Nel mondo del pesce, qualcosa si sta muovendo. E non è solo il salmone. La Cina ha deciso di cambiare le regole del gioco nel mercato ittico e lo sta facendo in grande, come riportato da dissapore.com. Con una domanda interna di salmone in forte crescita, ha puntato tutto sull’indipendenza alimentare, cercando di ridurre la dipendenza dalle importazioni che finora coprivano oltre l’80% del consumo nazionale.

Così è nata un’idea un po’ folle ma geniale: costruire una nave gigante per allevare salmoni in mare aperto. Si chiama “Su Hai No 1”, è lunga 250 metri (cioè più di due campi da calcio messi in fila) e potrà produrre fino a 8.000 tonnellate di salmone all’anno. Un progetto che punta non solo a soddisfare la domanda, ma anche a rilanciare l’industria ittica cinese con prodotti di qualità.

Illustrazione di una grande nave (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Illustrazione di una grande nave (Depositphotos foto) – www.marinecue.it

Ecco come domineranno il mercato

Come riportato da dissapore.com, la “Su Hai No 1” non è solo mastodontica: è un concentrato di innovazione. All’interno ha un impianto di lavorazione integrato che permette di processare il pesce direttamente a bordo. In pratica, il salmone può arrivare fresco nei negozi cinesi in meno di 24 ore dalla pesca. Una catena corta, diretta, e soprattutto controllata. Ma la parte davvero interessante? La nave si sposta. Se c’è un tifone in arrivo o un’invasione di alghe, cambia zona. 

Questo progetto si inserisce in un panorama più ampio: quello di un mercato ittico globale in pieno cambiamento. Sempre più gente mangia pesce, ma tra crisi climatica e sovrasfruttamento del mare, serve un’alternativa. La Cina si sta giocando le sue carte per diventare un punto di riferimento in questa nuova era dell’acquacoltura.