La stagione balneare inizia nel segno dell’irregolarità | Le autorità li stanno chiudendo tutti: così è a rischio l’estate

Illustrazione di una chiusura al mare (Canva FOTO) - sciencecue.it
Purtroppo la stagione 2025 non parte nel migliore dei modi, e le autorità sono già passate all’azione. Cosa sta succedendo?
Negli ultimi anni si sente spesso parlare di stagioni balneari “strane” o irregolari. Cioè, iniziano prima, finiscono dopo, oppure vanno a singhiozzo. Colpa del meteo impazzito, che ormai non segue più le vecchie regole.
A volte a maggio fa già caldo da mare, mentre a giugno piove per settimane. Poi magari settembre diventa più estivo di agosto. Tutto sballato, insomma. E chi lavora con il turismo non sa più come regolarsi.
Gli stabilimenti aprono in anticipo o tengono aperto fino a ottobre, ma è sempre un terno al lotto. E per i bagnanti? Stessa cosa: si parte con entusiasmo e poi ci si ritrova sotto l’ombrellone con la felpa.
È il segno che qualcosa è cambiato. E probabilmente dovremo abituarci a queste stagioni “fuori fase”, dove il calendario non basta più a dirci quando inizia davvero l’estate.
Non si capisce più nulla!
Le stagioni balneari, ultimamente, sembrano impazzite. Una volta si sapeva: giugno si andava al mare, agosto era il clou, e a settembre si faceva l’ultimo bagno con un po’ di malinconia. Adesso no. A volte a maggio ci sono 30 gradi e sembra luglio, poi a giugno piove per giorni e ti tocca restare con la felpa sotto l’ombrellone. E magari settembre regala più sole di tutto il resto dell’estate. Un casino, per chi deve organizzarsi, ma soprattutto per chi ci lavora.
Secondo il Sindacato Italiano Balneari, a giugno si è visto un crollo delle presenze fino al 60%. Sì, sessanta per cento. Un dato che fa riflettere, perché quando il tempo fa i capricci, i turisti cambiano programma, le prenotazioni saltano e gli operatori restano a guardare il mare… vuoto.

Ma non è finita qui!
Come se non bastasse il meteo, ci si mettono anche le irregolarità. Come riportato dal Resto del Carlino, In Romagna sono scattati controlli su diversi stabilimenti. Risultato? Sette tra bar e ristoranti in spiaggia sono stati sospesi perché avevano personale in nero. E le multe non sono leggere: si parla di cifre tra i 30 e i 70 mila euro. Ora, il problema non è solo economico. Quando uno stabilimento chiude, non è che salta solo il servizio al tavolo. Saltano anche i lettini, le docce, i bagnini. E alla fine, niente bagno.
Queste situazioni danneggiano tutti. L’immagine della località, certo. Ma anche e soprattutto chi lavora onestamente, chi affitta un ombrellone per mezza giornata, chi porta i bambini al mare. Se gli stabilimenti vengono sospesi, non è solo una questione burocratica. È che, molto semplicemente, la gente non può godersi la spiaggia come dovrebbe. E tra tempo ballerino e gestioni traballanti, diventa difficile anche solo immaginare una stagione estiva come si deve.