Incidente nave messicana a New York: ecco cosa è successo

Illustrazione di un incidente navale (Pexels FOTO) - marinecue.it
L’incidente è stato gravissimo, ed ha coinvolto una nave messicana. La scena ha sconvolto l’intera New York.
Qualche settimana fa, a New York, qualcosa è andato storto. Molto storto. La Cuauhtémoc, la maestosa nave scuola della Marina messicana, si è schiantata contro il ponte di Brooklyn. Un impatto devastante che ha abbattuto i tre alberi della nave, ferito 22 persone e, soprattutto, spezzato la vita di due giovani marinai. Immagini drammatiche hanno fatto in pochi minuti il giro del web, lasciando tutti con la stessa domanda: com’è potuto accadere?
Dietro questo disastro, che ha macchiato una missione pensata per promuovere amicizia e cultura navale nel mondo, c’è una concatenazione di eventi tecnici e umani. La nave stava lasciando il porto di New York, diretta verso l’Islanda, nel pieno di un tour mondiale cominciato ad aprile. Eppure, qualcosa si è inceppato proprio durante la manovra di uscita.
Come da protocollo, al comando non c’era un ufficiale messicano, ma un pilota del porto di New York, figura obbligatoria per la navigazione nei pressi di ponti e acque particolarmente trafficate. Ma anche questo non è bastato. Il tempo per reagire? Forse 90 secondi. Troppo poco per una nave di quasi 50 metri d’altezza che si è trovata, letteralmente, senza via di scampo.
Nel caos, due cadetti hanno perso la vita. Le loro storie, raccontate da Mexico News Daily, parlano di sogni e ambizioni spezzate. Lei aspirava a diventare ingegnere navale, lui voleva solo navigare, come suo padre prima di lui.
Cosa è successo sotto il ponte
Secondo la Marina messicana, come riportato dal The Guardian, la Cuauhtémoc era già affidata al pilota portuale newyorkese al momento dell’impatto, come previsto dalle normative locali. L’ammiraglio Raymundo Pedro Morales Ángeles ha dichiarato che il pilota aveva avuto a disposizione solo una “manciata” di secondi per intervenire. La nave, con un’altezza massima di 157 piedi (48 metri), non poteva fisicamente passare sotto il ponte di Brooklyn, che ha una luce libera di 134,5 piedi (circa 41 metri). Come riportato anche da MarineLink, la nave ha cominciato a perdere potenza proprio nel momento in cui lasciava il molo.
È stato l’equipaggio stesso a lanciare via radio una serie di chiamate di soccorso, spiegando che il sistema di propulsione era fuori uso e che la corrente del fiume la stava trascinando pericolosamente verso il ponte. L’NTSB (National Transportation Safety Board) ha confermato di essere al lavoro su una ricostruzione dettagliata dell’accaduto. Non ci sono al momento problemi strutturali rilevati sul ponte stesso, ma l’indagine completa richiederà oltre un anno, anche se un primo rapporto preliminare dovrebbe essere pubblicato entro 30 giorni.

Le vite dietro l’incidente
Al di là dei dettagli tecnici, restano due nomi da non dimenticare. América Sánchez e Adal Jair Maldonado Marcos erano tra i 277 membri dell’equipaggio (The Guardian). Due giovani in divisa, con sogni e famiglie a casa che ora cercano risposte. Le testimonianze raccolte da Mexico News Daily raccontano l’immensa dedizione di Sánchez, che studiava per diventare ingegnere navale, e la passione di Maldonado per il mare, nata fin da piccolo.
Il viaggio della Cuauhtémoc, cominciato il 6 aprile da Acapulco, avrebbe dovuto essere una lunga traversata di 254 giorni, un tour di buona volontà tra i porti del mondo. Dopo cinque giorni trascorsi a New York, la nave stava per riprendere il largo verso l’Islanda. Ma qualcosa si è rotto. Forse nella macchina. Forse nella catena decisionale. Forse, e più tristemente, in entrambe.