Tartarughe, a Genova salvata da morte certa | Ancora una volta il problema siamo noi: studi distruggendo il mare

Un centro d'eccellenza (depositphotos.com) - www.marinecue.it
Tartaruga recuperata al largo di Genova attualmente sotto osservazione: l’inquinamento marino e la necessità di una rete di soccorso.
Nel fragilissimo equilibrio degli ecosistemi oceanici, ogni azione umana può determinare la differenza tra vita e un futuro difficile per le specie.
La presenza della plastica nei mari è un pericolo che coinvolge non solo gli animali, ma anche la totale salute generale dell’oceano, fonte vitale per la Terra.
È proprio in questo scenario che si colloca la storia di una tartaruga, salvata al largo delle coste genovesi, e posta sotto attenta osservazione.
Questo è un fatto che ha rimarcato quanto sia necessario proteggere il nostro ambiente acquatico, e di creare una rete di soccorso e sicurezza assolutamente efficiente.
Un problema da risolvere
Come riportato da Primo Canale, sabato 17 maggio, un navigante ha osservato una tartaruga marina caretta caretta in difficoltà a circa un miglio dalla costa di Genova. La tartaruga era di dimensioni notevoli: 43,5 centimetri di lunghezza, 42 centimetri di larghezza e pesava quasi 12 chilogrammi. Subito, l’animale è stato portato all’Acquario di Genova, una struttura che da anni è un punto di riferimento per il salvataggio e la cura di questi animali.
Dopo diversi accertamenti sanitari, la tartaruga non presentava corpi estranei all’interno del suo organismo, ma gli esami del sangue e i tamponi erano in corso per ottenere un quadro complessivo delle sue condizioni. Durante la sua permanenza, è stato notato che il povero animale aveva espulso residui di plastica con le feci, una manifestazione diretta di quanto asserito sopra rispetto al problema dell’inquinamento marino e all’effetto negativo che la plastica ha sugli animali marini.

Centro d’eccellenza
Come evidenziato da Primo Canale, l’Acquario di Genova ha una lunga tradizione di interventi di salvaguardia delle tartarughe marine in difficoltà, in quanto attivo dal 1994 e riconosciuto ufficialmente dal Ministero della Transizione Ecologica come centro di recupero dal 2017. Dal 2009, ha anche un ruolo istituzionale per la Regione Liguria, gestendo il soccorso e la riabilitazione delle tartarughe in sinergia con le autorità competenti, inclusi i Carabinieri del Servizio CITES e la Capitaneria di Porto.
Una componente fondamentale di questa rete di protezione è la collaborazione tra istituzioni e cittadini: è essenziale, infatti, che chiunque avvisti un animale in difficoltà avvisi rapidamente la Guardia Costiera, che provvede attivando un intervento coordinato. La legge vieta severamente la cattura autonoma degli animali marini, anche a fini benevoli, in quanto ogni salvataggio deve essere condotto da personale esperto per assicurare il benessere dell’animale e la sicurezza di chi interviene.