Oceani, l’inquinamento ha le ore contate | Dove non hanno potuto gli esperti, ci ha pensato un diciottenne

Un diciottenne visionario (facebook.com/Boyan Slat) - www.marinecue.it
A soli 18 anni, ha dato vita ad un progetto per ripulire gli oceani dalla plastica. Come funziona la sua innovativa tecnologia.
I bollenti spiriti della gioventù… nel corso della storia, molte delle innovazioni più significative sono emerse da idee giovanili, e da visioni diventate vere e proprie rivoluzioni.
Non sempre è necessario avere maturità anagrafica o risorse illimitate: talvolta basta una scintilla di consapevolezza, accesa da situazioni fin troppo ordinarie.
La perseveranza, insieme a senso di osservazione, ha frequentemente indirizzato persone straordinarie verso traguardi che sembravano impossibili.
È proprio in questi percorsi non convenzionali che si intrecciano idealismo, coraggio e creatività, creando un cammino che incentiva il cambiamento.
Il diciottenne del miracolo
Uno di questi cammini è quello portato avanti di Boyan Slat, giovanissimo imprenditore dei Paesi Bassi ed ideatore del progetto The Ocean Cleanup. Come scritto anche da Modena Volta Pagina, la sua idea è sorta quando aveva solo sedici anni, durante un’immersione, momento in cui si rese conto che la plastica era ben più abbondante dei pesci stessi sotto la superficie marina. Due anni dopo, con soli 300 euro, Slat decise di avviare un’azienda e abbandonare gli studi in Ingegneria Aerospaziale per dedicarsi in toto alla sua visione.
The Ocean Cleanup è ad oggi un’iniziativa riconosciuta in tutto il mondo. L’obbiettivo è quello di ridurre in modo significativo la plastica negli oceani, un problema sempre più impellente per l’ecosistema marino e l’agenda ecologica globale. Non è un mistero che se anche solo una piccola porzione della plastica prodotta finisce realmente nei mari, le conseguenze sono devastanti: si parla di oltre un milione di tonnellate riversate, una cifra tale da compromettere interi ecosistemi. Secondo una ricerca del 2021, circa mille fiumi contribuiscono all’80% della plastica che entra negli oceani, indentificandosi come principali veicoli di inquinamento.

Come funziona il meccanismo
Il sistema messo a punto da Slat si basa su una barriera galleggiante a forma di U, la quale, monitorata da due imbarcazioni, intrappola i rifiuti dirigendoli verso il centro della struttura. Grazie a sofisticati modelli informatici, si possono identificare accuratamente i punti critici dove si accumula la maggior parte dei detriti. Una volta che il sistema ha raccolto una quantità sufficiente di plastica, questa viene trasferita sulle navi, confezionata e portata a terra per essere riciclata in prodotti sostenibili e di uso quotidiano.
Il sogno di Boyan Slat non si è limitato però solamente alla creazione del progetto: l’ambizione esplicita della sua organizzazione è di riuscire a eliminare il 90% della plastica dagli oceani entro il 2040, trasformando un’idea nata in gioventù in una delle più significative e nobili missioni ecologiche del nostro tempo.